L'INTERVISTA la corsa elettorale il candidato di lingua tedesca 

La Lega punta su Armanini «Con noi la vera svolta»  

Verso le comunali. Il Carroccio ha scelto l’uomo di punta e si è sfilato da alleanze preelettorali «Svp, Verdi, civiche... Nell’ultimo decennio in tanti al governo, ma i meranesi sono soddisfatti?»


Simone Facchini


Merano. Sciolte le riserve: è Sergio Armanini il candidato sindaco della Lega per le comunali di maggio. Ha vinto il ballottaggio con Leandro Pegoretti mentre il terzo nome che circolava, quello di Karl Martinelli, non è mai entrato del tutto in partita. La candidatura di Armanini, già responsabile per la campagna elettorale, è stata battezzata dal Carroccio meranese, dal commissario Maurizio Bosatra e dal vice segretario federale Andrea Crippa, braccio destro di Salvini.

Non un nome nuovo, quello di Armanini. Fondatore del gruppo Lega Nord a Merano nel 2009 dopo un’esperienza con la Stella alpina, candidato sindaco nel 2010 e in lista nel 2015, è entrato in consiglio nel 2018 subentrando a Rita Mattei eletta in Provincia. Con Filippo Maturi e Giuliano Vettorato qualche settimana fa ha dato vita alla Lega Salvini Premier Alto Adige-Südtirol. Cinquantuno anni, divorziato e un figlio, imprenditore in campo immobiliare con l’azienda di famiglia.

Armanini accantona per il momento il chiacchiericcio su accordi e alleanze, passate presenti e future. «L’obiettivo è accedere al governo della città. All’opposizione non si incide».

Un passo indietro: in lizza fino all’ultimo con lei c’erano Pegoretti e Martinelli. Come si è arrivati alla scelta?

In modo collegiale, all’interno di un partito strutturato. Discutendo. Di fatto l’alternativa si era ristretta fra Pegoretti e il sottoscritto, il cui dna leghista non si può discutere. Abbiamo deciso tutti insieme.

La sua appartenenza al gruppo linguistico tedesco ha sollevato questioni?

Guardi, è un aspetto che non mi tange. Posto che sono bilingue e il mio nome dice molto da solo, i meranesi rifletteranno su altro: dovranno decidere se vogliono un cambiamento. Abbiamo assistito a un decennio in cui a vario titolo e diverse responsabilità si sono alternati alla guida della città Svp, Verdi, civiche… meranesi, siete soddisfatti?

In campo Stampfl per la Volkspartei, Rösch sostenuto da Verdi, Team Köllensperger ed Ecosociali, Dal Medico “garante” del patto fra le civiche. Pensate di concorrere per un posto al ballottaggio?

A differenza degli altri noi siamo una forza di carattere nazionale. Abbiamo spalle larghe sulle quali poggiare, una struttura articolata. Possiamo contare sul confronto diretto con le amministrazioni di altre Municipalità di buongoverno leghista. Ce la giochiamo.

Merano ha preso un’altra strada rispetto a Bolzano, dove il centrodestra serra le fila.

Alleanza per Merano era nata con Zaccaria da mal di pancia interni al centrodestra e ora va a braccetto con l’altra Civica che candida Dario Dal Medico, “vicino di scrivania” di Balzarini. È evidente che Alleanza per Merano ha perso la propria connotazione politica.

E Fratelli d’Italia? Andrete assieme?

Nì. La tendenza, secondo la volontà del gruppo meranese, è quella di correre da soli.

Quindi nessun accordo preelettorale?

Sono un uomo di numeri. Facciamo passare il primo turno. Poi, cifre alla mano, ragioniamo su coalizioni su base programmatiche.

Già, i programmi. Quali saranno i temi principali del vostro?

Sicurezza. Viabilità. Sociale, con speciale attenzione a giovani, anziani e associazioni. E il turismo, sul quale bisognerà impegnarsi a fondo dopo che il picco massimo dell’onda d’emergenza dovuta al coronavirus sarà passata.

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