Laghetto di Sinigo, indagini sui movimenti della falda

Merano. Sulla vicenda del laghetto di Sinigo, lasciato in stato di abbandono e con l’arrivo del caldo terreno fertile per la proliferazione di topi e zanzare, interviene l’assessora Madeleine Rohrer:...



Merano. Sulla vicenda del laghetto di Sinigo, lasciato in stato di abbandono e con l’arrivo del caldo terreno fertile per la proliferazione di topi e zanzare, interviene l’assessora Madeleine Rohrer: «Il laghetto – spiega – è di proprietà della Provincia, la quale fino a poco tempo fa voleva venderlo, anche se ora sembrerebbe che per il Comune ci sia la possibilità di averlo a titolo gratuito, fatto salvo il carico per la collettività dei costi di manutenzione».

L’assessora spiega quello che è accaduto nei giorni scorsi, quando dall’Ufficio caccia e pesca è arrivata una squadra che ha provveduto a svuotare l’invaso al fine di catturare i pesci che erano rimasti intrappolati. Infatti, come abbiamo raccontato la settimana scorsa, lo scorso marzo il gestore dell’area ha riconsegnato le chiavi alla Provincia, la quale con l’arrivo della emergenza coronavirus non ha potuto fare alcun intervento di manutenzione. L’intervento è stato effettuato solo pochi giorni fa, quando i tecnici hanno provveduto a svuotare quasi del tutto il bacino, prima di addormentare con una debole scarica elettrica i pesci e provvedere alla loro cattura. I pesci sono stati divisi in quattro diverse tipologie. Quelli autoctoni sono stati trasferiti nel fiume Adige, mentre quelli speciali sono stati consegnati ai responsabili del laghetto del parco Trauttmansdorff. Invece le trote marmorate sono andate al Centro biodiversità della val Passiria, mentre nel laghetto di pesca di Lana sono andati gli esemplari che possono essere pescati. «Con sorpresa di tutti, abbiamo trovato pesci giganti, alcuni di età superiore ai 20 anni e lunghi più di un metro», fa sapere Rohrer, che ha partecipato di persona all’operazione.

Per conoscere le sorti del laghetto, che dopo lo svuotamento artificiale in poche ore si è riempito di nuovo, contribuendo al proliferarsi di insetti, bisognerà attendere i risultati dello studio Pardatscher, incaricato dal Comune di fornire una serie di misure per il risanamento dell’intera falda di Sinigo. «In settimana faremo una riunione tecnica con i responsabili della Provincia e dei canali, per capire se, quanto e in quale modo questo laghetto risenta dei movimenti della falda», conclude l’assessora. L’idea dell’amministrazione è di trattare il futuro del laghetto all’interno del piano di sviluppo del centro sportivo, evitando di intervenire ora, salvo poi scoprire che quell’intervento non sia stato funzionale a risolvere il problema della falda che si sviluppa sotto l’abitato di Sinigo. Per questo motivo, soluzioni come il riempimento del bacino con ghiaia per il momento non sono prese in considerazione. Il rischio potrebbe essere quello di «creare più danni di quanti se ne vogliano risolvere, quindi rovinare ulteriormente un ecosistema già fragile per via di discutibili interventi fatti nel passato», ribadisce Rohrer.

Sono in fase di ripresa i lavori di bonifica della zona adibita a bar e ristoro, affidati a una ditta privata prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria. E per quanto riguarda disinfestazione e derattizzazione dell’area, Rohrer assicura che nel rispetto dei vincoli di legge che impongono tempi e modi anche per queste operazioni il Comune non mancherà di fare quanto possibile per evitare che questa area, una volta tanto amata dagli abitanti della frazione, si trasformi in una bomba ecologica pericolosa per la salute pubblica. J.M.













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