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Maria Assunta, rione dimenticato a Merano

Ci vivono tremila cittadini (età media piuttosto alta) ma anche il Comitato di quartiere è stato sciolto per inattività. L’ex presidente Bertoncello: «Non abbiamo potenti lobby alle nostre spalle». Albieri: pressioni su Ipes per ristrutturare l’ex Conad


Jimmy Milanese


MERANO. C'è un area della città, precisamente quella che si sviluppa a partire de Rione S.Maria Assunta e si estende lungo via Bersaglio fino ad inglobare via Speckbacher, Lido e Postgranz da un parte, via IV Novembre dall'altra, nella quale vivono circa 3000 cittadini che lamentano di essere dimenticati dall'Amministrazione comunale.

Al punto che il suo Comitato di quartiere - stanco di promesse andate a vuoto - è stato sciolto per inattività, spiega l'ex presidente Marco Bertoncello: «Di fronte alle nostre richieste precise e puntuali in particolare per Rione S. Maria Assunta, quasi nulla è stato realizzato, non essendo noi un Comitato che può vantare una rappresentanza di commercianti o albergatori nelle stanze dei bottoni. Non abbiamo chiesto la luna ma, in un quartiere dove non c'è criminalità, volevamo come minimo che il patrimonio collettivo venisse curato meglio», le parole di Bertoncello.

In effetti, l'area cittadina di competenza del disciolto Comitato di quartiere S. Maria Assunta – via IV Novembre risulta praticamente spoglia di attività commerciali che pian piano stanno tutte chiudendo. Area che si estende su una superficie geograficamente disomogenea e lontana dal centro cittadino, in sofferenza anche per via dei due passaggi ferroviari di via IV Novembre e via Bersaglio.

Da un calcolo approssimativo ma realistico, spiega un residente: «Con il passaggio di non meno di 4 treni all'ora su entrambe le direzioni, calcolando una chiusura del singolo passaggio a livello in media per 3 minuti a treno, significa che il nostro quartiere rimane isolato 12/15 minuti su 60. Immaginiate se per 15 minuti su 60 non si potesse accedere ai Portici!», conclude provocatorio un'altro residente del Rione.

A dire il vero, qualcosa ultimamente sembra essersi mosso, ad esempio l'annuncio della ristrutturazione della scuola materna dopo mesi di attività nei container, così come l'arrivo, sempre solo annunciato, di una cooperativa sociale di acquisto solidale nei locali ex Conad di proprietà Ipes che però ancora deve ristrutturarli. Quindi, proprio recentemente l'assessora Emanuela Albieri ha lanciato un progetto per mappare le necessità degli abitanti del quartiere (con focus sul Rione Assunta) costituendo un gruppo di lavoro formato da Ufficio sociale e decentramento, Distretto sociale, Cooperativa Ginko, Sovrintendenza scolastica per quanto riguarda l'asilo Sissi, Centro giovani Tilt, Progetto Tic Tac Talent dello Jugenddienst, Servizio sanitario e anche Upad.

All'appello manca il Comitato di quartiere, come detto, sciolto per mancanza di un numero minimo di residenti disposti ad impegnarsi nell'organizzazione delle attività sociali. Su questo fronte, il futuro è tutt'altro che roseo. «Per ora i cittadini di diverse vie inserite nell'area di competenza del Comitato non potrebbero votare in quanto non inserite tra quelle che il quartiere effettivamente lo compongono», sottolinea Albieri.

Per allargare la platea di cittadini che possano partecipare alle elezioni, e dare così una chance di sopravvivenza al disciolto Comitato, sarà necessaria una modifica amministrativa dello Statuto, ma in assenza dell'istituzione stessa. Rimane in ballo anche la questione della peraltro bella sede del Comitato che necessità di una ristrutturazione: «Stiamo lavorando anche su questo e a breve destineremo due cittadini con reddito di cittadinanza per la sistemazione della sede. Dall'altra, ho fatto pressione su Ipes perché la ristrutturazione dell'ex Conad venga accelerata», conclude l'assessora, al lavoro affinché presto possano tenersi nuove elezioni di comitato.













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