Mensa anziani, pressing per la revoca dell’appalto 

Una petizione del sindacato pensionati contesta l’adeguatezza del servizio L’assessore Frötscher: «Nel 2019 un nuovo bando con parametri rivisti»


di Simone Facchini


MERANO. I sindacati dei pensionati chiedono la revoca dell’appalto della mensa anziani. Sotto accusa finiscono tanto la struttura quanto la qualità del servizio. Nei giorni scorsi è stata avviata una raccolta firme che verrà sottoposta all’attenzione del sindaco Paul Rösch e dell’assessore al sociale Stefan Frötscher. In municipio sono già consapevoli della situazione ma chiedono pazienza: in vista della scadenza del contratto in vigore, nella prima parte del 2019 verrà pubblicato un nuovo bando di assegnazione che introdurrà criteri tali da evitare il ripetersi della situazione.

Frötscher ha ascoltato più volte le rimostranze degli utenti della refezione, cominciate subito dopo il trasloco del servizio in via Mainardo, nella galleria che sbuca in via Huber. Prima, gestito dalla Caritas, per anni era stato ospitato in via Verdi nella casa delle suore dell’ordine di S.Croce. Il trasferimento è datato ai primi di settembre dell’anno scorso. La Caritas aveva comunicato di non voler partecipare alla gara d’appalto, una volta terminato l’accordo in essere. Al bando aveva risposto una sola concorrente, evidenzia Frötscher. È l’Arma, azienda di ristorazione collettiva attiva in provincia da oltre 30 anni. I nuovi locali sono stati individuati nel passaggio di via Mainardo. Sottoposti a lavori, sono entrati in funzione poco più di un anno fa. Sin dall’inizio si erano levate lamentele che erano state rilanciate a livello politico dalle consigliere comunali Francesca Schir e Adriana Valle. Anche i sindacati erano intervenuti. Ora battono i pugni e raccolgono firme di protesta. «Da una ristorazione con locali accoglienti a cui aderivano giovani studenti, lavoratori e anziani, con il nuovo gestore in appalto la mensa è stata portata in un piccolo negozio in disuso, con poca luce naturale, senza aerazione, ai limiti dell’agibilità e, di conseguenza, frequentato solo da pochi anziani» riporta una nota siglata da Cgil, Cisl, Uil e Asgb. «Un peggioramento che lascia nella loro solitudine i cittadini indigenti della terza età e che mette in evidenza il contrasto tra i buoni propositi dichiarati da parte della giunta e la pratica amministrativa attenta solo al contenimento della spesa. Non c’è più il clima di convivialità che si respirava in via Verdi e che invogliava gli anziani a uscire di casa anche per fare due chiacchiere e per non stare sempre da soli. Tanto è vero, che una parte di anziani (soprattutto quella di lingua tedesca) ha rinunciato al servizio pasto e preferisce rimanere a casa propria piuttosto che frequentare un locale poco ospitale, mentre i giovani e i lavoratori girano al largo. Anche i pasti non sempre combaciano allo standard quali-quantitativo stipulato con il contratto di appalto».

«Ammettiamo che, dal punto di vista strutturale, la soluzione di via Mainardo non sia ottimale» risponde l’assessore Frötscher. «E corrisponde al vero pure il fatto che si tratta di un mero servizio di ristorazione e che è svanito il clima di aggregazione presente prima. Non condivido invece le critiche sulla qualità, sebbene i pasti non siano cucinati in loco. Chi lavora al servizio si impegna per farlo al meglio». L’assessore sostiene che nel corso di questi mesi sono stati cercati spazi alternativi, ma senza fortuna. «Intanto – aggiunge – abbiamo deciso di non prolungare il contratto in vigore che fra pochi mesi andrà in scadenza. Non sarebbe tuttavia opportuno cercare di anticipare i tempi avviando una battaglia a carte bollate con l’azienda. Nel frattempo vogliamo incontrarci con la Consulta anziani per capire quale nuova strada sia meglio intraprendere. I parametri della gara d’appalto verranno rivisitati. E riguarderanno anche il tipo di struttura, che potrebbe anche essere più di una. E non escluderei a priori neppure l’idea di una convenzione con ristoranti».













Altre notizie

Attualità