Nuova piazza a Sinigo, si scava fino a 10 metri 

I residenti hanno già autorizzato le misurazioni nelle particelle di loro proprietà Le operazioni non incideranno sull’attuazione del piano di recupero della zona


di Sara Martinello


MERANO. Risale a ben prima dell’interessamento del ministro per l’Ambiente Sergio Costa, su segnalazione di un candidato alle elezioni provinciali, l’attivazione dell’amministrazione comunale e della politica rispetto al problema della falda freatica di Sinigo. Gli ultimi sviluppi della vicenda risalgono a pochi giorni fa, quando il geologo Ambrogio Dessì, il tecnico incaricato dal Comune di Merano, ha esposto i primi risultati ai residenti della zona, anticipando loro che nella piazza saranno operati alcuni scavi per poter arrivare a una perizia geologica compiuta. Risultati ancora incompleti, visto che nel corso della serata informativa del 28 giugno Dessì aveva anticipato che le misurazioni in loco e il monitoraggio della consistenza e dei movimenti della falda più superficiale avrebbero richiesto almeno un anno di tempo. In quell’occasione i residenti avevano proposto a Dessì una collaborazione che si sarebbe realizzata nel mostrare al geologo i canali di bonifica ancora esistenti e nel produrre una mappa dei canali così com’erano strutturati prima della fase di edificazione avviata a partire dagli anni Novanta.

Ufficialmente l’incarico è stato conferito a Dessì il 31 luglio. La decisione di affidare uno studio idrogeologico risale invece a febbraio, quando un gruppo di lavoro apposito aveva consigliato di innalzare il livello del terreno delle aree depresse. «Il piano di recupero verrà integrato con una nuova norma specifica che permetterà di innalzare i livelli nelle aree dietro i fabbricati posti sul lato sud della piazza», aveva dichiarato quindi l’assessora Rohrer. Durante la seduta del 18 aprile, poi, il consiglio comunale discusse un cosiddetto “articolo 23”, un punto aggiunto all’ordine del giorno per via del suo carattere di urgenza, con cui la prima firmataria Francesca Schir, allora del Movimento 5 Stelle, chiedeva una temporanea sospensione dei lavori alla scuola finché non fosse stata chiarita la situazione della falda. Durante la stessa seduta fu approvata una mozione presentata dal consigliere David Augscheller (Sinistra Ecosociale), col sostegno di Kurt Duschek (gruppo misto) e di Francesca Schir, che prevedeva di affidare il più presto possibile l’incarico di fare i rilievi necessari, di disporre uno schema d’insieme dei canali in base al quale capire la stabilità della falda freatica e di darne immediato riscontro ai residenti. Alla mozione fu aggiunto un emendamento, ancora con Schir come prima firmataria, perché fosse fatto uno studio che consentisse il ripristino della bonifica, garantendo la messa in sicurezza del territorio.

Nel frattempo, i residenti di Sinigo Fabrizio Nicolini e Bernardo Galliani hanno accompagnato Rohrer, Schir, Augscheller e Duschek in una passeggiata “storica” lungo i canali del quartiere.

Infine, il 3 luglio, una nuova interrogazione sul tema della pianificazione delle zone di pericolo a firma Schir ha richiesto una risposta più completa rispetto a quella analoga presentata il 30 gennaio. La questione è arrivata anche al consiglio provinciale, dove il consigliere Paul Köllensperger, informato da Schir, ha presentato un’interrogazione.

A questo punto viene da chiedersi se i tempi differenti non possano in qualche modo rallentare l’attuazione del piano di recupero, che dovrebbe avvenire nel giro di poco tempo, se lo studio di fattibilità accerterà la bontà della variante elaborata dai cittadini. Lo studio della falda – e quindi la nuova bonifica –, invece, prenderà molto più tempo. Ma il lavoro sta procedendo alacremente. «Finora – spiega il geologo – abbiamo raccolto i dati geologici e quelli relativi alla rete di canali di un tempo, attraverso misurazioni nei canali e ricostruzioni sulla base della memoria storica degli abitanti e di cartografie risalenti a venti, trent’anni fa. Abbiamo inquadrato tutto in modo da conoscere la conformazione urbanistica dell’area. Ora si passa alla fase delle indagini nella zona di piazza Vittoria. Per posizionare i punti di osservazione della falda e del terreno della piazza e arrivare quindi a una perizia geologica si dovranno fare degli scavi, per i quali abbiamo già ricevuto le offerte di alcune ditte specializzate. Diversi proprietari hanno già autorizzato a scavare nelle particelle di loro competenza. Gli scavi saranno fatti dove non c’è costruito, e ogni buco verrà subito richiuso. Saranno superficiali, si parla di un massimo di due o tre metri, più un sondaggio di circa dieci metri in un punto preciso della piazza. Chiaramente dovremo tener conto delle zone di pericolo, e segnatamente dei pericoli idraulici».













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