Nuovo look sul Lungopassirio 

L’intervento. Cambia volto la Promenade a ponte della Posta: abbattuti ieri due pini neri e un ippocastano di 120 anni  Per ragione diverse i maestosi alberi erano diventati un pericolo. Sarà ripensata l’aiuola con il cavallo di Aligi Sassu


Simone Facchini


Merano. Rivoluzionato lo “skyline” del Lungopassirio presso ponte della Posta. Ieri sono stati abbattuti tre alberi ad alto fusto, uno dei quali classificato come monumento naturale: i due pini neri all’imbocco della passeggiata d’Inverno alle spalle della statua del cavallo di Maia realizzato da Aligi Sassu e, sull’altra sponda della Promenade, un maestoso ippocastano che aveva raggiunto i 120 anni d’età. L’aiuola dietro della scultura verrà ripensata: «Potremo riposizionare e valorizzare la figura del cavallo», commenta l'assessora Gabriela Strohmer.

Sicurezza.

L’eliminazione delle tre piante era stata annunciata poche settimane fa dall’amministrazione, ma ora che si è compiuta l’effetto è di forte impatto. Come una nota diffusa sempre ieri dal municipio ha precisato, il passo dovrà segnare un punto di svolta per il look della zona, centralissima e iconica. Si farà di necessità virtù, perché il taglio è giustificato da ragioni di sicurezza. L’amministrazione di recente ha voluto un’intensificazione dei controlli sul vasto patrimonio arboreo pubblico, un tesoro che richiede grande impegno in manutenzione e tutela. Ma la sicurezza viene prima di tutto: questo avevano evidenziato Gabriela Strohmer e Anni Schwarz, assessora al verde e direttrice delle Giardinerie comunali.

Non si può scindere la decisione di infittire gli esami sugli alberi, comunque già sottoposti a un programma di cicliche verifiche, dai fatti dell’11 giugno scorso, quando una raffica portentosa spezzò il tronco del gigantesco pino d’Aleppo nell’are ain questione. Schiantandosi a terra, la chioma investì un bimbo e sua madre. Per il primo, dopo le notevoli apprensioni del momento, il processo di guarigione è stato piuttosto rapido. Per la mamma, invece, le lesioni vertebrali necessitano di una riabilitazione prolungata.

L’abbattimento dei due pini neri è dovuta proprio alla perdita del “vicino”. «L'aiuola vicino al ponte della Posta - ha confermato Anni Schwarz - è destinata a subire un cambio generazionale. Senza il pino d'Aleppo caduto, gli alberi circostanti non erano più sicuri. I due pini neri vicino al Cafè Darling erano sani, ma estremamente unilaterali, proprio perché cresciuti insieme al pino d'Aleppo. Avremmo dovuto tagliarli notevolmente per mantenere stabili le corone, cosa che le conifere non tollerano molto bene».

L’ippocastano secolare.

L’altro albero sacrificato è l’ippocastano, il gemello meno famoso ma altrettanto grandioso di quello che durante i Mercatini di Natale viene illuminato da migliaia di lucine. «Le sue condizioni - ancora Schwarz - erano peggiorate costantemente negli ultimi anni. Abbiamo dovuto, a intervalli regolari, rimuovere il legno morto e consolidare la chioma con ancoraggi». «Il tronco mostrava diverse ferite e carie del legno - ha aggiunge l’esperta Lidia Martellato -, e il fusto centrale si era già seccato. Non avrebbe avuto senso ridurre ulteriormente la chioma per garantire la stabilità: un intervento del genere avrebbe compromesso la sopravvivenza della pianta».

L'ippocastano verrà sostituito in autunno.













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