Oltre 120 gli sos per il maltempo 

L’emergenza a Merano e nel Burgraviato. Grandine e pioggia hanno colpito duramente: gravi i danni a meleti e vigneti da Parcines a Marlengo Nel capoluogo, strade invase dall’acqua e negozi, magazzini e garage allagati. Le Terme hanno riaperto dopo i danni alla copertura dell’ingresso


Ezio Danieli


Merano. Il giorno dopo la violenta pioggia, con furiosa grandinata, ieri a Merano si è fatto il punto dei danni. La città e il Burgraviato duramente colpiti hanno approfittato di una mattina di sole per fare un bilancio. Che è certamente pesante. I vigili del fuoco, intervenuti oltre 120 volte nella giornata di sabato hanno completato ieri mattina il loro lavoro, che è stato molto impegnativo e che ha visto coinvolti i pompieri dei vari gruppi della città aiutati dai colleghi di Lagundo.

Danni all’agricoltura. I danni maggiori sono stati registrati dal settore agricolo. Il forte vento, accompagnato dalla grandine, ha distrutto filari di meleti e di vigneti nella zona da Parcines fino a Marlengo, compreso Cermes. La grandine ha fatto il resto. Non si può quantificare ancora il danno complessivo, che è comunque rilevante visto il periodo prossimo della raccolta. Un sopralluogo è annunciato per oggi da parte dei tecnici.

I guai in città. Merano è stata travolta sabato dal maltempo. Fiumi di acqua sono scesi lungo varie strade, invadendo cantine e scantinati. Sono stati sommersi vari negozi, la chiesa di Santo Spirito, numerose cantine. “Le segnalazioni sono arrivate a raffica al centralino - dice Alfred Strohmer, comandante dei vigili del fuoco volontari di Merano - costringendoci a un duro lavoro. Senza l’aiuto dei vari corpi di Merano non saremo riusciti a fare fronte alle varie richieste. Non abbiamo troppe pompe a disposizione ed è stato provvidenziale l’aiuto di tutti compreso quello arrivato dai vigili del fuoco di Lagundo”.

I pompieri - ringraziati anche dal sindaco Paul Rösch -hanno dovuto intervenire anche per rimuovere diversi rami caduti e una serie di alberi sradicati, “uno dei quali è caduto vicino al tempio ebraico di via Schiller. Per fortuna ha solo sfiorato alcune case”, conclude Strohmer,

Terme aperte. Hanno lavorato per tutta la sera di sabato i dipendenti delle Terme, dove, a seguito della pioggia riversatasi nell’ingresso a causa della rottura parziale del tetto sotto l’incalzare della grandine, i visitatori sono stati fatti defluire quando il nubifragio stava imperversando. “Il lavoro di tutti è servito a riportare la normalità alle Terme - dice la direttrice Adelheid Stifter - e la situazione sabato sera è tornata alla normalità. Questa mattina (ieri, ndr) abbiamo potuto riaprire il centro. C’è stato anche un intervento dell’orto botanico per la parte esterna delle Terme: tre lavoratori hanno completato l’opera di ripristino. C’è da risolvere un problema all’impianto elettrico finito in parte sotto acqua. Ma ciò non crea disagi ai nostri visitatori”.

La situazione a Lana. Tutto risolto anche a Lana, dove un albero è caduto e una persona è rimasta ferita e dove l’impianto fotovoltaico della Lanarena è stato spazzato dal vento ed è crollato su alcune auto in sosta. “Fortunatamente non ci sono stati feriti - dice il sindaco Harald Stauder - Nessun danno è stato registrato nelle frazioni di Foiana e Pavicolo per il vento che ha soffiato a 122 chilometri all’ora”. A Cermes, come pure a Marlengo e anche a Parcines, sono stati sradicati alcuni filari di meli e di vigne.

Le strade. Se a Merano alcune vie sono state trasformate in corsi d’acqua (in via Roma a Maia Bassa erano più di 40 i centimetri di acqua che bloccavano la circolazione), durante il nubifragio ci sono stati problemi anche lungo le strade provinciali. Diverse sono state le interruzioni, la più significativa sulla strada che da Merano porta ad Avelengo, chiusa ieri per gran parte della giornata. Avelengo era raggiungibile solo dall’arteria che da Terlano sale a Meltina.















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