Pitsch, adesso l’argine tiene: nessun nuovo positivo 

Covid-19. Dopo l’emergenza nella casa di riposo di Maia Bassa colpita dal virus la situazione è in miglioramento Tamponi negativi fra gli ospiti che gradualmente rientrano dall’isolamento nelle loro stanze. Nessun caso al Sant’Antonio



Merano. Quiete dopo la tempesta. E qualche spiraglio di luce. Al soggiorno per anziani di Maia Bassa non si registrano nuovi casi positivi nelle ultime due settimane, anzi sia fra gli ospiti colpiti dal virus sia fra i dipendenti risultano guarigioni. Normalizzata anche la situazione sul fronte degli infermieri e degli assistenti, grazie alla collaborazione rispettivamente con l’Azienda sanitaria e col Comune. Il bilancio è di Walter Schweigkofler, presidente della fondazione Pitsch, che oltre alla struttura di Maia Bassa gestisce il centro lungodegenti Sant’Antonio di via Cavour e la residenza Seisenegg del quartiere Steinach, dove finora gli sforzi hanno consentito di lasciare il virus fuori dalla porta.

Guarigioni.

All’inizio del mese il bollettino della casa di riposo più grande della città era pesante: quattro decessi con correlazione al Covid, dodici ospiti in isolamento, dieci operatori in quarantena. «Della decina di anziani che a inizio aprile risultavano contagiati, alcuni ora sono risultati negativi al tampone. Altri sono tornati nelle stanze di provenienza. E non ci sono nuovi positivi» asserisce Schweigkofler. «Anche i collaboratori stanno guarendo e rientrano in servizio».

Infermieri e assistenti.

Un paio di settimane fa il presidente aveva lanciato l’allarme: «Ci servono infermieri». L’emergenza è rientrata, «abbiamo ottenuto la disponibilità del distretto e dell’ospedale per inviarci dei rinforzi. Importante, oltre a quello dell’Asl, è stato il sostegno ottenuto dal Comune che ha inviato suoi assistenti». Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale, la struttura sta operando un’attenta razionalizzazione, come giustamente suggerito dal direttore sanitario Christian Wenter.

Umanità.

Al di là dei numeri e del quadro sanitario, Schweigkofler apre una parentesi sull’aspetto umano dell’emergenza: «Siamo consapevoli di quanto sia difficile vietare le visite ai familiari. Ma non possiamo fare altrimenti. Anche adesso che la situazione si è stabilizzata, dobbiamo tenere la barra a dritta. Sappiamo che i parenti soffrono nel non poter vedere i loro cari, ma assicuriamo che stiamo facendo tutto il meglio possibile per loro. In primo luogo per tutelare la loro salute. E nel frattempo, per quanto nelle nostre possibilità e con tanta dedizione da parte dei collaboratori, cerchiamo di mettere in contatto gli ospiti con i loro familiari. La tecnologia ci dà una mano: fra gli strumenti, utilizziamo pure i tablet forniti dall’amministrazione comunale e da generosi privati che hanno voluto aiutarci». S.M./SIM

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