Rösch: «In cinque anni abbiamo fatto una piccola rivoluzione»

Merano. Con l’ultima conferenza stampa prima della par condicio, ieri mattina Paul Rösch ha dato un breve bilancio degli ultimi cinque anni. Mobilità, cultura e orizzontalità le parole chiave per il...



Merano. Con l’ultima conferenza stampa prima della par condicio, ieri mattina Paul Rösch ha dato un breve bilancio degli ultimi cinque anni. Mobilità, cultura e orizzontalità le parole chiave per il sindaco ecologista e liberale. «Insieme alla cittadinanza abbiamo fatto tante piccole rivoluzioni, ma non con la lancia in resta e con la risolutezza spietata di chi vuole fare tabula rasa. Si è trattato piuttosto di rivoluzioni graduali e con il coinvolgimento di tutte le cittadine e di tutti i cittadini».

Rösch sa bene che cinque anni fa c’era chi scommetteva su quanto sarebbe durato. «Quattro mesi, un anno, dicevano, e invece ce l’abbiamo fatta. Abbiamo discusso, ascoltato, fatto compromessi. E siamo riusciti a lavorare bene insieme». Il riferimento è alla giunta variopinta che nel 2015 si è ritrovato a guidare. Un robot steampunk, ingranaggi incriccati oliati dalla politica dell’ascolto e del compromesso, parola che il sindaco ripete più volte. A richiesta chiarisce con un esempio, quello del limite fissato a 30 chilometri orari (poi portato a 40 per volontà del consiglio). Sull’overtourism, tema caro ai Verdi in Provincia e poco amato dallo zoccolo degli albergatori meranesi, specifica che il compromesso andrebbe cercato a livello sovracomunale. E il pensiero torna alle parole dure dell’ingegner Stefano Ciurnelli, autore del Put, nei confronti dei Comuni limitrofi.

Fornisce una tabella: dei 155 obiettivi fissati nel programma dei progetti e dei piani quinquennale è stato raggiunto l’81,3 per cento. Il 15,5 è stato raggiunto parzialmente, appena il 3,2 (percentuale che comunque non comprende obiettivi prioritari) invece non ha trovato soluzione. Sono cinque. Dopo tanti sforzi non è andata in porto la nuova sede per la biblioteca civica. Troppo oneroso il tetto del Palamainardo, sostituito però con la copertura di Meranarena. La Lub non intende insediare una propria sede a Merano («l’Università vuole centralizzare, ma cercheremo di fare ugualmente un luogo della ricerca in città», aggiunge il sindaco). Non è tornato il minigolf a parco Marconi e non si è creata la possibilità per scolari e studenti di ritrovarsi a mezzogiorno per pranzare insieme.

«Dopo cinque anni la nostra visione si è in buona parte concretizzata. Tuttavia c’è ancora da fare, soprattutto nell’ambito della mobilità. Per questa ragione considero il bilancio che ho fin qui tracciato non il resoconto di fine legislatura, bensì di fine tappa. Il mio sguardo di corridore e di ciclista appassionato si volge ora verso il tratto di strada che mi separa ancora dal traguardo che vorrei raggiungere. Chiediamoci dove sarà Merano tra venti o tra cinquant’anni. E diamoci una meta. Chi sa dove andare cammina più leggero».

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