Rösch punta al bis «Mi ricandido, l’intesa Svp-Lega non mi spaventa» 

Amministrative 2020. Il sindaco è pronto a guidare la lista dei Verdi C’è apertura a eventuali alleanze, «ma prima vediamo come va il voto» «La differenza con Stampfl? Che lui crede di essere indipendente»


Sara Martinello


Merano. Da homo novus della politica a sindaco pronto a ripetere la corsa alla poltrona di primo cittadino. Paul Rösch si ricandida: alle amministrative del 3 maggio 2020 – la data è stata ufficializzata ieri dal presidente della Provincia Arno Kompatscher – sarà il suo il nome di punta della lista Rösch-Verdi. Per le alleanze c’è ancora tempo, sebbene si possa intuire che saranno valutate solo durante l’eventuale fase di ballottaggio, o altrimenti con le trattative. Intanto, quando gli si chiede che differenza ci sia col candidato Svp Richard Stampfl, Rösch risponde caustico: «Che lui pensa di essere indipendente».

Ieri, alla pensione Ottmanngut, l’annuncio alla stampa, corredato dell’indicazione della linea che sarà perseguita. Cioè quella degli ultimi cinque anni. Al centro l’emergenza climatica con la progressiva offerta di alternative nell’ambito della mobilità, l’orizzontalità, una risposta radicale in tema di sicurezza.

Sindaco, nel 2015 si è candidato per cercare di rispondere a un’esigenza di rottura. Quale può essere la chiave del suo mandato?

Quattro anni fa i meranesi desideravano un cambiamento. I primi due anni ci si prende gli schiaffi, poi l’esperienza si consolida. Non sempre i nostri sforzi sono stati coronati dal successo, ma ho sempre messo al centro i temi della quotidianità prendendo sul serio le esigenze dei cittadini, per quanto piccole potessero sembrare. Questa mia fede nei piccoli passi è stata la via giusta. Non abbiamo avuto paura di parlare con la popolazione e di chiedere la sua opinione. Non voglio una città di pecore che seguano il gregge, Merano è abitata da persone pensanti ed è con loro che ci dobbiamo confrontare.

Lei ha dovuto fare i conti con una giunta eterogenea e spesso con piogge di critiche. Perché ha deciso di ricandidarsi?

Non perché la gente mi scongiuri di farlo, come spesso sentiamo dire da alcuni politici, né perché penso che la città abbia bisogno di me. Lo faccio perché ho capito che fare il sindaco mi piace. A volte la gente ha mostrato entusiasmo, altre distacco e disprezzo. A volte ha riso di me. Ma più spesso ha riso con me.

Una delle critiche più frequenti è che Lei sia contrario alle automobili.

Non è così. Pure io ne ho una in garage. La domanda è come possiamo far sì che la città sia alleggerita e che i cittadini abbiano alternative all’auto privata, in modo da evitare di attuare divieti di circolazione. Sono contrario all’eccesso di mezzi a motore, alle code di veicoli fermi. Perciò dobbiamo sapere quanti le strade meranesi ne possano “digerire” e mettere al centro la sostenibilità, l’efficienza, la salute e la tutela del clima, anche in campo turistico.

Altra critica, quella sulle sue dichiarazioni sulla Solland, coerenti dal 2015. Il 10 gennaio incontrerà una delegazione di lavoratori: che cosa vi direte?

La Solland è un impianto soggetto alla direttiva Seveso, ribadisco che è pericolosa per la popolazione. La sua chiusura è una pietra miliare di una politica della sicurezza e permetterà a piccole imprese, imprese sicure, di insediarsi a Sinigo e creare posti di lavoro. Non so nemmeno io cosa vorranno chiedermi, il mio potere è limitato. Ma già durante l’era Pugliese abbiamo aiutato diverse famiglie, e così possiamo fare di nuovo, lavorando nel sociale.

A proposito di sicurezza: gli episodi di quest’autunno hanno portato alla ribalta gli oppositori.

Abbiamo assunto nuovi agenti di polizia locale, messo telecamere in punti strategici. E ha funzionato. Ma episodi di violenza restano perché restano le loro cause: solo se si vive in pace si vive in sicurezza. Per vivere nella pace bisogna combattere la solitudine, l’isolamento, l’emarginazione, la mancanza di prospettive. Perciò vanno abbattuti i pregiudizi e incoraggiata la consapevolezza che siamo una comunità.

In questo l’ha aiutata molto il suo vice, l’assessore verde Andrea Rossi. Le piacerebbe averlo di nuovo nella sua squadra? E la “tecnica” Madeleine Rohrer?

Con Rossi ci siamo posti come leitmotiv il dialogo tra partiti, tra quartieri, tra generazioni, tra gruppi linguistici, tra cittadini e nuovi concittadini. Lui però non è uno da palcoscenico, preferisce agire senza farsi pubblicità. Sfoderando una profondità di pensiero impressionante. L’assessora Rohrer mi piacerebbe averla di nuovo con me, poi dipenderà da lei.

Con Rossi ha organizzato i festeggiamenti dei 700 anni del primo ordinamento civico di Merano: la spesa potrebbe continuare a essere cavallo di battaglia della Civica.

“700xM” è stato un successone che ha coinvolto tutta la città, con esempi di collaborazioni che ancora vanno avanti. Io sono responsabile dei contenuti, non faccio il ragioniere. Mi trovo a rispondere ancora che alcune delle voci di spesa erano relative a interventi che comunque bisognava fare, per risultati che restano ben oltre il tempo dei festeggiamenti. È una polemica sterile.

La circonvallazione nord-ovest: se un tempo i Verdi erano contrari, oggi la presentate come necessaria. E l’altro giorno ha espresso solidarietà a Kompatscher intorno alla crisi Solland. Che cosa succede con la Svp?

Proprio nulla, in giunta abbiamo lavorato bene. Noi propugniamo la necessità del garage in caverna, sempre a patto che non si tocchino le casse pubbliche. E così sarà. È un patto chiaro fin dall’inizio. Ho manifestato solidarietà con Kompatscher per i motivi che ho già spiegato, c’è bisogno di sicurezza.

In città si vocifera di un’alleanza col Team Köllensperger.

Sulle coalizioni ancora non è stato deciso niente. Intanto facciamo passare le elezioni, poi vedremo le volontà della popolazione.

Non le fa paura la Lega, che già alle scorse provinciali ha raccolto voti tra le persone di lingua tedesca?

Merano è una città liberale e aperta, fortemente ancorata alla cultura. Spero e prego che i meranesi abbiano come rappresentanti le persone di cultura che si meritano. Dovremo superare i populismi e guardare oltre.

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