Risonanza magnetica, «stop» alle convenzioni 

Liste d’attesa di 4 mesi ma da gennaio non ci si potrà più rivolgere al Sant’Anna L’assessore Zanella: «Meranesi penalizzati, si rischia una sanità a due velocità»


di Simone Facchini


MERANO. I tempi di attesa per una risonanza magnetica al Tappeiner si attestano attorno ai quattro mesi. Eppure l’Azienda sanitaria decide di non rinnovare la convenzione con la casa di cura Sant’Anna per effettuare l’esame. Trattamento dei pazienti meranesi da serie B rispetto ai bolzanini, dove i centri convenzionati sono due? Se lo chiede anche l’assessore Diego Zanella.

«Per alcuni aspetti cruciali dell’assistenza sanitaria, i meranesi sono sempre di più figli di un Dio minore – denuncia Zanella – costretti cioè a penalizzazioni e umiliazioni inaccettabili. E pensare che, da mesi, si dice che molti bolzanini raggiungono l’ospedale Tappeiner perché il nostro Pronto soccorso è meno intasato e più snello. Ma l’ ospedale meranese, dove gli operatori sanitari sono bravi e responsabili, presenta anche situazioni che sembrano andare contro le legittime esigenze dei meranesi stessi. Insomma, oltre al danno, la beffa».

Il Tappeiner si sta dotando di un nuovo apparecchio per la risonanza magnetica. Con l’installazione della seconda è rimasta anche la vecchia macchina in funzione da diversi anni e che, sembra, dovrà presto essere sostituita. «Considerato il “raddoppio” – continua Zanella - in Azienda sanitaria è stato deciso di stralciare la convezione con la clinica Sant’Anna per gli esami di risonanza magnetica articolare a partire dal primo gennaio 2018, intimando alla struttura di Maia Alta di non accettare più i pazienti che si presentano con l’impegnativa per questo genere di prestazione e più che dimezzando, di conseguenza, il relativo contratto. A nulla sembra siano valsi i ripetuti tentativi della struttura di trovare una mediazione, tra cui la proposta di installare una macchina più grande e performante nella clinica che consenta anche l’esecuzione delle risonanza della colonna in convenzione».

Davanti all’attesa di quattro mesi, al cittadino meranese a questo punto rimarrebbero da prendere in considerazione due alternative: recarsi a Bolzano due volte (sia per l’esecuzione dell’esame sia per il ritiro di immagini e referto, giorni dopo), oppure pagarsi privatamente l’esame. «Questo equivale a creare le condizioni per lo sviluppo di una sanità a due livelli» afferma Zanella, «da una parte chi può permettersi le visite private e dall’altra chi si affida al servizio pubblico, peraltro ampiamente ripagato dai contributi fiscali di ciascuno di noi».

«L’Azienda sanitaria sostiene che con la nuova apparecchiatura la lista di attesa verrà ridotta e che anche il Centro unico di prenotazione e la ricetta dematerializzata contribuiranno a ridurre i tempi. Ma non sarebbe forse più saggio – chiosa Zanella - prima ridurre la lista d’attesa e poi eventualmente dare una sforbiciata alle convenzioni, se davvero superflue, o, quanto meno, procedere “in parallelo”? Mi impegno fin da ora a seguire la vicenda, passo dopo passo. E richiedo agli organismi coinvolti un aggiornamento puntuale e in tempi brevi. Senza contare il numero di posti letto già ridotti a Merano dal 2014, sia in ospedale sia nelle strutture convenzionate. E insieme a una plausibile, e da parte loro a questo punto doverosa, risposta alla domanda “i meranesi sono figli di un Dio minore?”.













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