Rossi cita Segre «Combattiamo chi fa gerarchie»

Merano. Nel proprio discorso, ieri, il vicesindaco Andrea Rossi ha voluto attingere alle parole e alle riflessioni della senatrice a vita Liliana Segre e a quelle del pastore luterano Martin...



Merano. Nel proprio discorso, ieri, il vicesindaco Andrea Rossi ha voluto attingere alle parole e alle riflessioni della senatrice a vita Liliana Segre e a quelle del pastore luterano Martin Niemöller, come la senatrice sopravvissuto all’Olocausto.

«Entrambi hanno inserito l’antisemitismo nel più ampio contesto delle manifestazioni e delle pratiche di odio e di razzismo – così Rossi –. Per fare di questa lotta una lotta contro ciò che di peggio l’umanità ha prodotto nel passato e purtroppo ancora oggi produce nel porre l’uomo contro l’uomo, nel negare a qualcuno gli elementari diritti umani, nel creare tragiche gerarchie tra persone. Recentemente Segre ha ammonito a non disgiungere mai la lotta all’antisemitismo dalla più generale ripulsa del razzismo e del pregiudizio che cataloga le persone in base alle origini, alle caratteristiche fisiche, sessuali, culturali o religiose. Ricordando la figura di Andrea Schivo, agente di custodia al carcere di San Vittore distintosi per aver aiutato i prigionieri nel braccio dei detenuti ebrei, Segre ha concluso con queste parole: “Avrebbe potuto far parte dei violenti, ma ha fatto una scelta. E solo così si sarà uomini e donne con la lettera maiuscola. Mentre ci sono quelli che non hanno fatto la scelta, e non la faranno mai, e la faranno fare a quelli che gridano più forte, a cui conviene che ci siano tanti paurosi”. Una scelta precisa la fece anche il pastore luterano e teologo Martin Niemöller: schieratosi apertamente contro il nazismo, pagò con la deportazione. In un suo sermone, parole che ancora una volta ci richiamano a non essere né passivi, né indifferenti davanti alle manifestazioni dell’odio e della violenza, davanti al razzismo e alle discriminazioni. “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti e io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare”».













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