Schir: «I Verdi non scarichino le responsabilità»

Merano. La votazione sul destino della viabilità sul ponte di ferro nell’ultimo consiglio comunale in cui la maggioranza è finita sotto ha dato uno scossone all’agone politico. Saranno da ricalibrare...



Merano. La votazione sul destino della viabilità sul ponte di ferro nell’ultimo consiglio comunale in cui la maggioranza è finita sotto ha dato uno scossone all’agone politico. Saranno da ricalibrare gli equilibri all’interno di una squadra di governo che nei suoi quattro anni di attività da un lato ha messo a tacere chi le pronosticava vita breve a causa di un’eccessiva eterogeneità, ma che dall’altro più volte ha dovuto fare i conti con forti frizioni interne. La viabilità è stata ancora tema di scintille. E all’orizzonte – da tempo ormai spostato in avanti – si profila il passaggio in aula del nuovo Put, il “libro bianco” della mobilità, che già in seno all’esecutivo è stato approvato solo grazie a una serie di compromessi fra le componenti di governo.

La replica di Francesca Schir.

Nella cornice di un’opposizione nella quale la Civica ha guidato il blitz si leva la voce di Francesca Schir (gruppo misto), la presidente del consiglio comunale presa di mira dai Verdi per aver accettato la richiesta di discutere con urgenza (articolo 23 dello statuto) la mozione sul ponte di ferro. «Sono davvero stupita per l'attacco alla mia persona nel ruolo di presidente del consiglio da parte dei Verdi – afferma Schir - soprattutto perché ho agito esattamente in conformità a quanto previsto dal regolamento interno del consiglio comunale: il ricorso all'articolo 23 prevede, infatti, che un argomento possa essere inserito nell'ordine del giorno se il presidente ritiene esso sia urgente e di eccezionale rilevanza. Come ho già espresso in aula, quello di giovedì era l'ultimo consiglio comunale utile prima dell'attuazione della misura prevista - di qui l'urgenza - e le firme di 340 residenti contrari, nonché di 100 firme di residenti a favore della sperimentazione mi sono sembrate rilevanti. Mi dispiace constatare che, secondo i Verdi, una problematica a livello cittadino che ha suscitato reazioni, richieste, critiche e commenti sia sulla stampa che sui social, che riguarda la qualità di vita delle persone, che ancora genera discussioni, non sia sufficientemente rilevante. Certo, è più facile attribuire la responsabilità della débâcle dei Verdi alla legittima accettazione di un documento, piuttosto che alle evidenti spaccature all'interno di una giunta che, appena il voto è segreto, non ha più la garanzia della maggioranza in consiglio... Per chiarezza, ogni articolo 23 che è stato discusso in consiglio comunale è stato inserito sempre prima delle mozioni ma dopo le delibere, in modo tale da garantire il regolare procedere del lavoro dell'amministrazione, nonostante il regolamento permetterebbe al presidente del consiglio di decidere l'ordine di inserimento (con il rischio di far slittare le delibere di un mese)».

Fratelli d’Italia all’attacco.

Sull’argomento interviene anche Fratelli d’Italia: «Non c’è più una maggioranza, il sindaco ne prenda definitivamente atto e rimetta il mandato nelle mani dei cittadini ormai allo stremo. Troppo eterogenea questa maggioranza e troppi i provvedimenti impopolari che la hanno contraddistinta. Il rischio è concreto: con alle porte le elezioni amministrative i distinguo da parte dei partiti di maggioranza per rinsaldare il proprio elettorato, dopo i disastri arrecati alla città, continueranno a crescere provocando una paralisi che prolungherà l’ agonia».















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