Sciopero digitale per l’ambiente, l’appello di Rohrer
Merano. Le duemila persone scese in piazza a Tel Aviv per protestare contro il governo di Benjamin Netanyahu hanno fatto scalpore: distanziati di due metri l’uno dall’altro, gli israeliani sono stati...
Merano. Le duemila persone scese in piazza a Tel Aviv per protestare contro il governo di Benjamin Netanyahu hanno fatto scalpore: distanziati di due metri l’uno dall’altro, gli israeliani sono stati tra i pochissimi nel mondo a manifestare il loro dissenso in tempi di clausura forzata per evitare il contagio. «È rimasto solo il coronavirus. E solo la questione sulla possibilità e sui modi di tornare alla “normalità” dopo la crisi pandemica», così l’assessora all’ambiente Madeleine Rohrer rivolgendosi al movimento dei Fridays for Future a ridosso della giornata di ieri, appunto, un venerdì. Giornata però del quinto sciopero digitale globale, cui i giovani ambientalisti italiani hanno aderito dalle 15 alle 16 lanciando la campagna “Ritorno al futuro” insieme a Greenpeace, Wwf, Legambiente, Terra!, Stop-Ttip, Cgil e altre organizzazioni di primo piano.
«La domanda è: quale tipo di normalità? Il danno peggiore della crisi del coronavirus sarebbe finire per dimenticare l’emergenza climatica», riprende Rohrer. «Alcuni lo sperano. Ma nonostante questo, domani (ieri, ndr) sciopererete e manifesterete. La crisi climatica deve rimanere nell’agenda politica. Come e ancora più di prima prima del coronavirus. Non vogliamo tornare alla vecchia normalità. Perché sarebbe come buttare via un’opportunità».
L’assessora cerca di spronare chi aderisce a uno dei movimenti per l’ambiente più importanti degli ultimi anni a ragionare sull’opportunità del cambiamento. «Alcuni ora la chiamano “nuova normalità”. E allora vediamolo, se questa “nuova normalità” è davvero nuova. Perché allora dovrà essere come chiede il movimento meranese dei Fridays for Future da mesi e quello mondiale da anni: più lento, più dolce, più profondo. Il coronavirus ha crudelmente rallentato la nostra vecchia economia “normale”. È necessario un nuovo inizio, e solo con una svolta ecologica e sociale questo nuovo inizio può avere successo. Non c’è mai stata un’occasione migliore».