«Si dimetta dal consiglio» La sinistra contro Armanini 

Bufera sulla Lega. Gli Ecosociali ricordano l’ordine del giorno che preclude gli spazi politici a chi sostenga posizioni discriminatorie. Mautone: «Mandante dei femminicidi è la società»



Merano. La Sinistra Ecosociale chiede le dimissioni di Sergio Armanini. Non solo dalla candidatura a sindaco per la Lega, ma proprio dal consiglio comunale, nel quale Armanini siede da quando nel 2018 Rita Mattei è stata eletta nel consiglio della Provincia. La ragione è tutta nel commento che il consigliere leghista indirizzò nel 2014 a una giornalista: “Ma perché non le mettiamo un burka e la facciamo andare in Nigeria? Forse dopo il centesimo stupro si sveglierà”.

L’istanza della sinistra meranese, messa per iscritto in una nota stampa da Laura Mautone, trova fondamento nell’ordine del giorno proposto agli inizi del 2018 dall’ecosociale David Augscheller e firmato dallo stesso consiglio comunale, volto a impedire di occupare spazi pubblici «a formazioni che sostengano impunemente posizioni razziste e discriminatorie nei confronti, per esempio, delle donne», ricorda Mautone.

«Armanini si giustifica parlando di mera strumentalizzazione elettorale di dichiarazioni che sono state “fraintese” – prosegue –. In un proprio recente intervento a proposito del femminicidio di Appiano nel quale un uomo ha ucciso Barbara Rauch, l’assemblea femminista di Bolzano dice che Barbara è stata uccisa da un uomo, ma il mandante è la società. Ecco, in sintesi, i due approcci: da un lato la colpevole dichiarazione di un personaggio pubblico, al quale non può sfuggire un’affermazione di tale tenore e la sottovalutazione di una scelta politica in totale noncuranza rispetto al senso di dignità che dovrebbe caratterizzare un personaggio pubblico; dall’altro uno sguardo più ampio sulle ragioni più profonde per le quali “i mandanti sono le istituzioni e la società, drammaticamente incapaci di capire la portata di un fenomeno che si manifesta al ritmo di una donna uccisa ogni tre giorni”».

La Sinistra Ecosociale ricorda i dati Istat, che mostrano come il Trentino Alto Adige abbia la più alta percentuale di donne vittime di stalking e come la provincia di Bolzano sia la sesta in Italia per numero di femminicidi. «La mano di chi uccide è guidata anche da una società maschilista e da tutti coloro che se ne fanno complici, ogni volta che minimizzano tutte le forme di violenza verbale e fisica contro le donne. Si tratta di una battaglia culturale: sessismo, machismo e visione patriarcale della società sono un virus. Se una donna esprime un’opinione contraria alla vostra non va aggredita verbalmente, né offesa o minacciata, non può esserle augurato lo stupro come forma di punizione. Solo insieme, consapevolmente, possiamo sconfiggere il virus che in questo periodo attanaglia il mondo e anche l’altro, quello degli stereotipi di genere. Dunque il vero passo indietro sono le dimissioni immediate: non solo la rinuncia alla candidatura a primo cittadino da parte del candidato della Lega, ma anche da consigliere comunale, altrimenti anche noi siamo “complici e mandanti di quegli omicidi”».













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