Sicurezza, raccolte 200 firme in poche ore 

La petizione di un gruppo di residenti chiede anche più vigili urbani «Consegnata al sindaco oltre un mese fa, ma non ci ha nemmeno considerati»


di Simone Facchini


MERANO. Duecento firme raccolte in poche ore e inviate al sindaco. Dopo un mese e più, nessuna risposta. E le dichiarazioni pubbliche dello stesso Rösch a far ribollire ulteriormente il sangue dei promotori dell’iniziativa. Che, sottolineano, è apolitica e trasversale rispetto a classi sociali e d’età. Il tema è quello della sicurezza. «A suo dire – denuncia la sottoscrizione riferendosi al sindaco – la nostra sarebbe una città a “basso tasso di delinquenza”, e la necessità di incrementare l’organico dei vigili urbani in maniera significativa non sarebbe pertanto giustificata dalla realtà dei fatti. Ma la percezione dei cittadini è di altra natura». La petizione è accompagnata dalla richiesta di irrobustire il corpo della polizia municipale. Perché è lì che il sindaco e la sua giunta possono intervenire direttamente. L’argomento, ha già assicurato l’esecutivo, è nella parte prima dell’agenda 2018. E allora come si spiega il silenzio di Rösch?

Sugli orari notturni converge il succo della denuncia: «Dalle 2 del mattino alle 6 la città non è sorvegliata. Nel fine settimana si verifica forse la situazione di maggior rischio perché la gente, e in particolare i giovani, affollano i locali fino a tardi e al momento del rientro molte zone sono poco illuminate e per nulla frequentate. È legittimo, alla luce dei fatti degli ultimi anni, non sentirsi più sicuri. È avvilente sentire i propri concittadini arrendersi all’idea che dopo una certa ora si debba uscire accompagnati e, soprattutto se donne, ci si debba attenere a orari e condizioni più restrittive della propria autonomia». Esplicito l’invito: più sorveglianza, ossia più vigili urbani, eventualmente coadiuvati da più videocamere. Tutto controfirmato da duecento persone in poche ore distribuite in due giorni, «possono moltiplicarsi in un attimo se è questo quello che serve» riferisce la portavoce, e tutto inviato al sindaco il 28 ottobre. È passato oltre un mese senza ottenere un minimo cenno di risposta. «Ma non è solo questo che fa imbufalire, perché siamo anche costretti ad ascoltare dichiarazioni ai media inaccettabili del nostro primo cittadino. Per esempio che lui si sente sicuro quando esce di casa». L’accusa a Paul Rösch è di minimizzare quanto accade, di commentare gli avvenimenti senza dare il giusto perso alle apprensioni della gente, di liquidare le proteste e le richieste di più sicurezza alla voce populismo. «Forse il sindaco voleva dire demagogia. E comunque è paradossale che ci si sforzi di vedere dietrologie e populismi dietro a un’iniziativa apolitica di cittadini uniti da una preoccupazione».













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