Sinistra: «Civiche protagoniste di un teatrino»

Merano. Dopo un intervento infuocato durante la seduta del consiglio comunale di martedì sera, David Augscheller (Sinistra Ecosociale) ripercorre l’iter delle contrattazioni che avrebbero dovuto...



Merano. Dopo un intervento infuocato durante la seduta del consiglio comunale di martedì sera, David Augscheller (Sinistra Ecosociale) ripercorre l’iter delle contrattazioni che avrebbero dovuto portare alla formazione di una maggioranza e di una giunta. La sua esperienza in aula gli ha procurato una stima trasversale, ma la sua presenza come esponente della sinistra all’interno della compagine dei dieci della coalizione Rösch ha scatenato durante le interlocuzioni la richiesta al sindaco di distaccarsene, così come per Francesca Schir, eletta col Team K dopo cinque anni alla presidenza del consesso civico.

«Zaccaria ha parlato di “teatrino”. Per certi versi hanno ragione – esordisce Augscheller – ma i teatranti erano loro. Hanno seguito un copione probabilmente scritto a luglio, quando già nel corso della discussione sul nome da sostituire a quello di Cadorna sono emersi tutti gli indizi di una vicinanza che ora ha trovato il proprio coronamento. Al massimo a Rösch sarebbe stato concesso un ruolo di rappresentanza istituzionale, niente di più. Un commissario ha soltanto poteri di amministrazione ordinaria e non può fare le scelte politiche necessarie ora che viviamo un periodo drammatico dal punto di vista economico, sociale ed ecologico. È gravissimo andare al commissariamento per questioni di partito». Al sindaco è stato rimproverato di avere un partner “troppo di sinistra”. «Un appiglio – commenta Augscheller –. All’inizio ero troppo di sinistra io, poi pure Schir, poi è saltata fuori la questione Rohrer. I due assessorati alla Svp, la giunta a otto, i veti. A ogni proposta hanno cercato una scusa per rifiutare». Sulla stessa linea Schir. «Le Civiche e la Svp, all’unisono, come fossero una cosa sola, hanno rigettato anche l’ultima (la settima!) proposta di una giunta da parte del sindaco, a cui va riconosciuto il merito di averle provate tutte: sette diverse opzioni, tutte respinte a favore di un’unica, sola proposta, condivisa tra civiche e Svp, che avrebbe messo il sindaco in minoranza non solo in consiglio, ma anche in giunta. Un’opzione inaccettabile, quella proposta dalle Civiche e dalla SVP, legate da un patto mai palesato, il cui unico obiettivo era sabotare la nascita della giunta meranese e provocare nuove elezioni, nonostante la crisi Covid. Se ne assumeranno la responsabilità di fronte alle cittadine e ai cittadini di Merano». «Il rifiuto di una collaborazione da parte dell’Svp può essere comprensibile in considerazione dei nuovi equilibri che si sono formati, con soli tre posti in giunta per eletti o elette di lingua tedesca: la Svp, grande sconfitta di questa tornata elettorale, avrebbe potuto esprimere solo un proprio rappresentante nel governo cittadino». Schir volge lo sguardo alle civiche: «Hanno basato la loro campagna elettorale sull’avere finalmente un sindaco italiano, dare nuovamente ai cittadini di madrelingua italiana una forte rappresentatività in città. Evidentemente era tutto finto: già a luglio l’Alto Adige riportava la notizia di un incontro, nemmeno tanto segreto, nella sede Svp. È emerso che c’erano Zeller, Cavagna, Dal Medico, Zaccaria, Balzarini, Freund, Ganner, Stampfl. Non si sa se e quale accordo sia stato stipulato, fatto sta che le civiche hanno rifiutato ostinatamente la proposta di Rösch di formare una giunta senza Svp. Mai senza Svp, è stato ripetuto più volte, così come dall’altra parte l’adagio è stato “mai senza le civiche”. Vero amore? Più che altro condivisione di intenti, crediamo: l’intento primario, quello di mettere le mani sull’urbanistica, dei confini della città, delle prossime “grandi opere”, degli appalti. Tutto ciò, probabilmente, ha condotto al rifiuto anche di una giunta che avrebbe visto una forte rappresentatività delle civiche (tre assessori e vicesindaco), tradendo le aspettative e i desideri degli elettori, che avrebbero visto il “secondo classificato” al posto di vicesindaco, come democrazia vuole. Ora le civiche cercano di addossare le colpe alla “testardaggine” di Rösch, ma in realtà hanno preso in giro i propri elettori». Interviene anche il consigliere provinciale Paul Köllensperger: «Che Zeller non sappia perdere non è una novità. Ma l’atteggiamento delle civiche mi ha sorpreso. È evidente che l’assessorato all’urbanistica, in particolare con la nuova legge provinciale, faccia gola a chi pensa agli affari e non lo si voglia lasciare all’inflessibile Madeleine Rohrer, la più votata, ma mandare al commissariamento il Comune per questo è da irresponsabili». «Pare evidente – conclude Schir – che l'unico intento di civiche ed Svp fosse tornare alle urne. Ciò significa un grave danno per città, un atto irresponsabile in piena crisi Covid-19. Ci auguriamo che a primavera gli elettori si ricordino l'ostruzionismo e il tentativo di sovvertire la democrazia». S.M.













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