Solland, 70 assunzioni per tornare a pieno regime 

Albrigo (Cisl): «Mancano ancora gli stipendi dei primi otto mesi del 2016» Fiato sospeso per il versamento di 9,2 milioni da parte dell’acquirente


di Sara Martinello


MERANO. «La notizia dell’acquirente brasiliano riaccende le speranze dei lavoratori della Solland Silicon e apre alla possibilità di un’assunzione di trenta nuovi dipendenti, mossa necessaria a far ripartire l’azienda. Poi, per tornare a pieno regime e a una produzione di 4mila tonnellate annue di silicio, bisognerebbe assumerne altri quaranta». Così Maurizio Albrigo, rappresentante Cisl che da anni gestisce l’attività sindacale dell’azienda di Sinigo, commenta i recenti sviluppi della questione che dal 2011 attanaglia i lavoratori.

Gli stipendi non pagati. «La situazione è tragicomica: Massimo Pugliese (l’ex amministratore delegato della Solland Silicon, ndr) ci era stato presentato dal Ministero dell’Economia. Insomma, sembrava una scelta assennata, c’era l’autorevolezza ministeriale. Poi Pugliese si è portato a casa oltre 7,5 milioni di euro, lasciando i lavoratori in condizioni disastrose e scaricando sulla Provincia il mantenimento dell’impianto di sicurezza. Per i dipendenti è stato un duro colpo, ma hanno retto con coraggio e continuato a lavorare al mantenimento dell’impianto. Gran parte di coloro che al tempo erano in cassa integrazione hanno ricevuto dall’Inps quanto era dovuto loro, ma ancora oggi 70 lavoratori vantano un credito per gli stipendi non ricevuti tra il gennaio e l’agosto del 2016. Cioè prima che l’ordinanza per questioni contingenti e urgenti emessa dal presidente della Provincia Kompatscher passasse sotto la gestione della Memc, poi assorbita da un’agenzia interinale, con la Provincia che da allora si è legittimamente fatta carico del mantenimento della sicurezza spendendo 7-800mila euro al mese».

Ben più di 9 milioni. Questo esborso comporterebbe però, per la Provincia, una posizione di soggetto privilegiato nell’assorbimento dei 9 milioni totali di crediti accumulatisi nel frattempo. E 9,217 milioni di euro è la cifra che l’acquirente d’oltreoceano ha proposto, cifra che poi ha costituito la base dell’asta andata deserta – al netto, appunto, dell’offerta del gruppo brasiliano – la scorsa settimana.

«Ora vedremo che cosa vuole mettere sul tavolo l’imprenditore sudamericano» prosegue Albrigo. Nel caso in cui l’affare non si dovesse concretizzare, servirebbero svariati milioni per la bonifica, che implicherebbe un investimento improbo per le casse comunali. «Servirebbero - continua il sindacalista - carotaggi fino a sei metri di profondità, lì sotto ci sono scorie chimiche. Se lo si vuole chiudere, l’impianto va smantellato, altrimenti avremo un’autentica cattedrale nel deserto. Entro fine settembre l’azienda di certo sarà o venduta o chiusa definitivamente: si spera che per il 15 giugno il possibile acquirente paghi l’intera cifra, come stabilito dalla giudice Francesca Bortolotti».

Tramontata l’ipotesi cooperativa. Non sembrerebbero esserci soluzioni all’aut aut, se non fosse per l’ipotesi che i lavoratori si costituiscano in una cooperativa. «L’idea ci è stata data dal curatore fallimentare, l’avvocato Bruno Mellarini. Inizialmente eravamo scettici, ma alla fine, contando che parte del denaro necessario all’eventuale smaltimento dell’azienda avrebbe potuto essere dirottato sul suo rilancio in forma di cooperativa, che da Legacoop ci sono stati forniti esempi positivi a livello nazionale partiti da condizioni fac-simile della Solland e che negli anni avremmo potuto rimborsare la Provincia del suo credito di 9 milioni, ci siamo convinti della bontà di quest’idea e abbiamo avviato le necessarie valutazioni tecniche e industriali. Abbiamo tutte le carte per un rilancio concreto su mercati diversi, come quelli dell’elettronica e del solare».

«Poi - ancora Albrigo - abbiamo appreso dai giornali dell’asta, dell’operazione brasiliana. Il giorno dell’asta, a gara conclusa, i lavoratori hanno letto un annuncio all’interno della fabbrica, apprendendo che l’asta era andata deserta e che pertanto di aziende interessate all’acquisto ce n’era una sola. Siamo rimasti un po’ spiazzati. Alla Solland il morale è sotto i tacchi da anni: se la vendita dovesse saltare il tema della cooperativa potrebbe tornare, ma si può immaginare con quale entusiasmo da parte di tutti noi».

Nel frattempo la Provincia ha avviato il progressivo spegnimento dell’impianto. A ogni “step”, però, corrisponde un maggiore costo di riattivazione, con la conseguenza che il boccone con il passare del tempo si fa sempre meno appetibile. Oggi sono 84 i lavoratori in attività, con un’età media che supera i 45 anni, e diversi di loro sono prossimi alla pensione. E si tratta di altrettante famiglie in condizioni di precarietà su cui pende la scure di un destino governato da chi può muovere grandi capitali.













Altre notizie

il rimpatrio

Chico Forti, il grande giorno: di nuovo in Italia. «Non vedo l'ora di riabbracciare mia madre»

L'aereo con a bordo il 65enne trentino, condannato all'ergastolo in Florida per omicidio, è atterrato a Pratica di Mare. Visibilmente commosso ha ringraziato la presidente Meloni (foto Ansa)

IL RITORNO. Arrivato a Roma dopo 24 anni di detenzione in America
LA RICHIESTA. I legali: "Subito istanza per vedere la mamma"
IL PENITENZIARIO. A Rebibbia prima del trasferimento a Verona. Fugatti: "Presto potremo abbracciarlo"
L'ANNUNCIO. Oggi il rimpatrio di Forti. "Per me comincia la rinascita"

LO ZIO GIANNI. "Chance di nuova vita dopo una lunga battaglia"
NORDIO.
 "Straordinario traguardo politico e diplomatico"
LA SCHEDA. L'imprenditore surfista che vinse da Mike in tv accusato di omicidio a Miami

bolzano

Primo giorno al Lido: con lo "spazio giovani"

Invariate le tariffe. In funzione i due bar, resta chiuso il ristorante. A disposizione i campi di calcetto, basket, beach volley. Andriollo: «C’è un cambio generazionale anche tra gli utenti» (foto DLife)


antonella mattioli

Attualità