Solland da 38 a 12 lavoratori Svuotamento agli sgoccioli 

Sinigo. La fabbrica ora è al di sotto del livello di pericolosità fissato dalla legge Seveso III Concer (Ecocenter): «Per ogni collaboratore che congediamo ci adoperiamo nel ricollocamento»



Merano. Tempo che passi l’estate e la Solland sarà ufficialmente un tassello della storia di Sinigo. Dei 72 lavoratori che la notte del primo giugno 2019 si concentrarono davanti allo stabilimento a braccia conserte ne sono rimasti 38. Scenderanno a una dozzina nel giro di un paio di mesi, il tempo di ultimare lo svuotamento. Dopodiché l’areale passerà definitivamente nelle mani di Andreas Auer e Lukas Ladurner, vale a dire di Al Invest srl. Il presidente di Ecocenter però annuncia che si è scesi al di sotto del livello di pericolosità fissato dalla direttiva europea Seveso III: una notizia confortante per gli abitanti del Meranese, posto che per la riesumazione della fabbrica di silicio ormai sembra che non ci sia proprio niente da fare.

Guglielmo Concer è reduce dall’assemblea generale di Ecocenter. «Ho annunciato ai soci – dice il presidente della controllata – che ora nell’impianto ci sono due tonnellate di silani, ben al di sotto della soglia Seveso. Di questo dobbiamo ringraziare i lavoratori della Solland, che hanno vissuto una situazione di enorme difficoltà ma che hanno anche deciso di mettere in sicurezza l’area. Al momento sono 38 e pian piano scenderemo a 10-12, in attesa del passaggio ad Al Invest. Per ogni persona che finisce di lavorare alla Solland stiamo ci stiamo adoperando nella direzione del ricollocamento. Allo stesso modo vorrei ringraziare dei loro sforzi tutti i collaboratori di Ecocenter, dall’ufficio personale a quello legale, all’ufficio acquisti».

Per la direttiva Seveso III la soglia di pericolo scatta oltre le 10 tonnellate di silani. Nella fabbrica di Sinigo al momento ce ne sono due. «Sembrano pochissime, ma bisogna contare che sono distribuite lungo 15 chilometri di tubazioni. Ora si tratta di sezionarle tratto per tratto e di svuotarle del clorosilano liquido che contengono». Una volta completata la delicata operazione sarà la volta dei controlli della Provincia, che attraverso un’apposita commissione in seno alla ripartizione della Protezione civile procederà al collaudo.

Non devono essere stati facili nemmeno per i lavoratori rimasti alla Solland, i mesi dell’emergenza coronavirus. Innanzitutto per una questione di ordine generale: «L’attività di svuotamento non era mai stata fatta, prima lo stabilimento lo si riempiva. Quindi il livello reale di pericolosità aveva margini di incertezza», spiega Concer. In secondo luogo, le misure anticontagio, aggiuntive rispetto a quelle già in vigore: «Dal 28 febbraio, già ai primi segnali dell’imminente lockdown, è stata messa in atto una serie di precauzioni. Con successo, sembra, visto che nessuno dei nostri collaboratori ha accusato sintomi di Covid-19. Ma è stato anche un sacrificio, visto che il loro è già un lavoro di grande tensione psicofisica». S.M.













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