La storia

Stella ucraina del salto in alto «adottata» dalla scuola di Malles

Diciassette anni, l’atleta fuggito dalla guerra è ospite a Malles dell’istituto per lo sport “Claudia de’ Medici”. Intermediario l’imprenditore Tomasi, che intanto dal confine con la Polonia ha portato a Tirolo cinque parenti della moglie 


Ezio Danieli


MERANO. Lo sport è solidarietà. Anche e soprattutto in tempo di guerra. Lo testimonia la storia resa possibile, ancora una volta, dall'imprenditore di Tirolo Günther Tomasi che ha facilitato l'arrivo a Malles Venosta di una promessa del salto in alto a livello mondiale. Ma Tomasi ha fatto di più: dopo aver accolto nella sua abitazione di Tirolo due profughi, Tetjana Koshkir e suo figlio di 10 anni, è stato un'altra volta al confine con la Polonia da dove ha portato con sé, in Italia, la sorella della moglie, la nuora e tre nipoti. Il più piccolo di solo 6 mesi. La famiglia di profughi vive a Tirolo da dove, nel frattempo, sono stati trasferiti a Bressanone Tetjana ed il figlio. «Peccato - dice Tomasi - perché ero appena riuscito a trovarle un lavoro con un ottimo stipendio presso un albergo della zona».

Lo sport è solidarietà. Tomasi viene a sapere dalla Questura di Bolzano che ci sono due profughi ucraini arrivati da poco in provincia di Bolzano. Sono madre e figlio. Lui è Ivan Lytovchenko, talento del salto in alto a livello mondiale. Ha solo 17 anni e vanta un primato personale di 2 metri e 5 centimetri. Fa già parte della nazionale ucraina. L’orizzonte è quello delle prossime Olimpiadi di Parigi.

«Cercavamo una sistemazione per lui e la mamma Larissa che ha lasciato il marito ed il figlio maggiore a Dnipro colpita in modo pesante dai bombardamenti dell'esercito russo. Ho approfittato delle mie conoscenze e dal fatto che mio figlio Roland frequenta la scuola superiore di sport "Claudia de Medici " a Malles Venosta. Ho preso contatti con Sasha Plangger, il responsabile del convitto della scuola. Mi ha detto che doveva parlare con la direzione e che poi mi avrebbe fatto sapere. Meno di un'ora dopo è arrivata la risposta. Il direttore della struttura scolastica Werner Oberthaler aveva detto sì. E dopo il tempo necessario alle pratiche Ivan e sua madre erano a Malles. A loro è stato dato un alloggio confortevole con cucina. Il giovane atleta da un paio di giorni si allena costantemente sotto gli occhi della mamma, che è anche sua allenatrice, e del personale addetto della scuola».

Le telefonate di Ivan sono costanti in Ucraina. Segue con apprensione le sorti della guerra e le difficoltà del papà e del fratello rimasti a Dnipro sotto le bombe. Ma Ivan non perde un solo momento utile per l’allenamento. È la sua vita quella del salto in alto e conta proprio di mantenere i livelli che ha già raggiunto nonostante la giovane età. Il sogno delle Olimpiadi di Parigi resta più vivo che mai, in barba alla guerra. «Devo ringraziare pubblicamente la scuola di Malles per la disponibilità manifestata nei confronti di questo caso particolare che riguarda un grande atleta», dice Günther Tomasi.

L'imprenditore di Tirolo, nel frattempo, s'è fatto altri tremila chilometri per arrivare fino al confine polacco dove ha caricato sulla sua auto la sorella, la cognata e tre nipoti della moglie Olena. Hanno lasciato una cittadina nell'ovest dell'Ucraina che ancora non è stata colpita dalle bombe dell'esercito russo. «Ora sono con la nostra famiglia a Tirolo - dice Olena - e stanno recuperando dai difficili giorni iniziali della guerra. Anche nella città dove abitano, benché non sia stata colpita dai razzi, le sirene continuano a suonare e la gente corre negli scantinati per rifugiarsi. È un vero e proprio incubo». Quanto durerà ancora? Olena ha in Ucraina il figlio Yuri, perito elettronico di 27 anni, mentre l’anziana mamma abita all’ottavo piano di uno stabile poco distante da Kiev.













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