Strage di alberi per il vento Giro di vite sui controlli  

La cura del verde. La giunta comunale triplica i fondi per il monitoraggio delle piante «Il nostro patrimonio arboreo è una ricchezza, ma gli eventi meteo estremi aumentano i rischi»


Simone Facchini


Merano. Le spaventose bordate del vento dell’11 giugno hanno flagellato il patrimonio arboreo meranese con effetti pesanti e il grave ferimento di un bimbo e della sua giovane madre. Schiaffi che hanno fatto male, capaci di sferzare il dibattito sull’equilibrio necessario tra la tutela del “capitale verde” della città e la sicurezza, priorità assoluta. Lo shock ha provocato la reazione della giunta che si è concretizzata, dopo un confronto con i responsabili della Giardineria municipale, in una serie di contromisure. Subito a disposizione dei soldi: 50 mila euro prelevati dal fondo di riserva per coprire i costi del ripristino delle zone colpite – a breve riaprirà anche la passeggiata Gilf - e aumento dei fondi disponibili per il monitoraggio delle piante, elevati da 10 a 30 mila euro, per accelerare le verifiche soprattutto con occhio di riguardo alle situazioni più delicate. In parallelo, maggiore impegno nella sensibilizzazione della popolazione e degli ospiti sui pericoli connessi agli eventi estremi del maltempo e l’istituzione di un tavolo per aggiornare il Piano di protezione civile in previsione di casi analoghi.

«Ci siamo confrontati in modo diretto con gli effetti del cambiamento climatico» ha premesso ieri il sindaco Paul Rösch presentando i provvedimenti disposti dal governo comunale. «Dovremo fare sempre più spesso i conti con questo genere di situazioni ed è dovere dell’amministrazione trovare delle risposte. Parliamo in questo caso degli alberi abbattuti o spezzati dal vento, ma d’inverno le piante possono diventare pericolose a causa della neve. Mentre fenomeni come le piogge torrenziali mettono a dura prova l’assetto idrogeologico».

Il ruolo della Giardineria.

Martedì di tre settimane fa le spaventose raffiche hanno sradicato nove alberi, altri hanno subito gravi danni. Il pino d’Aleppo spezzato presso ponte della Posta ha colpito una ventiquattrenne bavarese, che dopo l’intervento chirurgico al San Maurizio ha subito una seconda operazione in Germania, e il suo piccolo di due anni e mezzo, miracolato. L’episodio ha aperto gli occhi a tutti, forse facendo riflettere alcune voci ultraortodosse che gridavano allo scandalo non appena la Giardineria torceva un filo d’erba, lanciando accuse di scarsa sensibilità e mano pesante nei confronti degli alberi. «Abbiamo un catasto comunale che cataloga 8.500 alberi sul suolo pubblico» ha precisato Gabriela Strohmer, assessora al verde. «Dovremo aggiornarlo con altri 1.500 situati lontano dalle strade e dal verde pubblico, alcuni cresciuti spontaneamente. Vogliamo preservare e valorizzare questa ricchezza, ma alla luce dei fenomeni meteorologici di straordinaria violenza sempre più frequenti servono maggiori controlli. La Giardineria comunale, con il lavoro della direttrice Anni Schwarz affiancata da Lidia Martellato, svolge un ottimo lavoro. Da anni. Ora va intensificato». Il taglio delle piante, questo il messaggio sotteso, non è mai fatto a cuor leggero ma è conseguente alle costanti verifiche e l’abbattimento avviene qualora la sicurezza non sia più garantita.

All’aumento dei controlli deve corrispondere la crescita della consapevolezza. «Insisteremo sul piano della comunicazione e della sensibilizzazione», ha chiosato Anni Schwarz. Perché in caso di annunciato maltempo i comportamenti individuali sono decisivi nel minimizzare i rischi. Quanto al tavolo al quale siederanno esperti meteo, di botanica e di protezione civile, sarà chiamato ad analizzare la possibilità di introdurre misure in caso di emergenze che comportano pericoli derivanti dalle piante. Per esempio, un dispositivo che vieti l’accesso ai parchi in base a un certo grado di allerta.

L’aiuola e il cavallo di Sassu.

Il pino d’Aleppo spezzato dal vento trascinerà con sé anche i suoi vicini, rivoluzionando l’aiuola presso ponte della Posta. I due pini neri cresciuti affianco sono sani, ma le loro chiome sono troppo sbilanciate proprio perché si sono sviluppate assieme all’albero poi spezzato. Per mantenerli stabili servirebbero tagli notevoli, poco tollerati dalle conifere. Quindi entreranno in azione le motoseghe. «L’intera aiuola verrà ripensata e potrà essere valorizzato il cavallo di Maia dell’artista Aligi Sassu, forse riposizionandolo», ha accennato Strohmer. Anche il ginepro della Virginia fra i caffè Darling e Lissi dovrà essere eliminato: «L’ultima ispezione ha dimostrato che le condizioni dell’albero sono peggiorate negli ultimi due anni. La rimozione del gruppo di alberi vicini lo esporrebbe a un carico di vento che non sarebbe in grado di sopportare in questa posizione isolata».















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