«Tanti negozi a rischio chiusura» 

Gli effetti della pandemia. Deflorian (Confesercenti): «L’incertezza ci mette a dura prova, l’annata è catastrofica» Ellmenreich (Unione): «Speriamo che le limitazioni diano dei risultati». Acquisti “locali”: iniziativa per il Natale


Simone Facchini


Merano. La parte più dura sta nell’ignorare quanto potrà durare il calvario. «L’annata ha bilanci catastrofici, si guarda al Natale per trovare un conforto, ma molti negozi possono presto essere a rischio chiusura», commenta Aris Deflorian di Confesercenti. «Tanti esercizi sono con l’acqua alla gola» conferma Joachim Ellmenreich dell’Unione commercio/Hds.

Il peso dell’incertezza.

Il flagello del virus che ha funestato le casse in primavera è riemerso in autunno. La tregua è durata pochi mesi, hanno consentito ai commercianti di alzare la testa ma è durata poco. «È pesata in questi ultimi tempi soprattutto l’incertezza» spiega Deflorian. «Date certe danno un orizzonte, forniscono una luce in fondo al tunnel». L’ultima ordinanza del presidente della Provincia dispone la chiusura delle attività commerciali - con una serie di eccezioni - fino al 29 novembre compreso. Nel frattempo è previsto lo screening di massa, il test al quale si subordina il rientro al lavoro. «Non ci si scappa, il bilancio dell’anno sarà nero» continua il rappresentante meranese di Confesercenti. «Con tutte le differenze del caso per categoria d’offerta, l’estate ci ha consentito un discreto recupero. Luglio e soprattutto agosto hanno portato in città un turismo con disponibilità alla spesa. Ma parliamo comunque di movimenti inferiori nel confronto con le stagioni estive ordinarie. Da ottobre poi, con il depotenziamento o l’annullamento delle manifestazioni, il calo è stato notevole. In particolare da quando il rientro in Germania è stato vincolato alla quarantena».

Progetto per l’Avvento.

Salvagente natalizio? «Il business legato alla festività non sarà paragonabile agli standard. Per stimolare l’acquisto “locale” Confesercenti partecipa a un progetto assieme a Unione commercio, associazione artigiani e Azienda di soggiorno».

Tanti a rischio default.

Il Natale avrà il suo peso, «ci sono negozi il cui fatturato nel periodo incide per il 50% del totale». Resta che tanti esercizi convivono con la spada di Damocle sulla testa. «Sì, tanti temono di dover alzare bandiera bianca. Sui conti gravano le spese fisse, vari proprietari delle mura non hanno accettato di contrattare sui canoni d’affitto. Le attività con grandi metrature devono comunque mettere in conto organici con molti dipendenti. Magari un negozio piccolo con affitto contenuto riesce a resistere meglio, soprattutto se non commercia in prodotti stagionali». Quanto aiutano commercio online e delivery? «È più un servizio al cliente, il reale ritorno per le dimensioni del giro d’affari locale è minimale».

Orizzonte primavera.

Il fatto è che ancor prima della pandemia e del lockdown primaverile fra i commercianti c’era chi faceva fatica. «Se non si apre per Natale, per qualcuno potrebbe essere il colpo del k.o.» osserva Joachim Ellmenreich, fiduciario meranese dell’Unione/Hds. «Se da una parte l’estate ha fornito al settore un po’ di respiro, dall’altra i giganti dell’e-commerce guadagnano terreno». Ellmenreich rimarca l’impegno per stimolare all’acquisto nei negozi locali con il progetto citato da Deflorian, «che sarà presentato prossimamente», e chiama alla resistenza «con la prospettiva della completa riapertura in primavera. È vero, tanti commercianti sono con l’acqua alla gola, per questo cerchiamo di agire anche sulla sensibilità di chi compra. Da un’altra parte ritengo importante lo sforzo del Comune, in collaborazione con l’Azienda di soggiorno e gli stessi commercianti, per garantire l’illuminazione natalizia della città».













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