Tappeiner, infermieri a muso duro
L’Ipasvi: «Assurdo tirare in ballo gravidanze e permessi per nascondere carenze strutturali»
MERANO. «All’ospedale Tappeiner la carenza di infermieri ha cause strutturali e programmatiche, altro che accampare scuse e versioni di comodo». L’Ipasvi, l’ente di rappresentanza della categoria, sbotta contro Irene Pechlaner. Le parole della direttrice comprensoriale al consiglio comunale, dove di recente è stata invitata ad illustrare le criticità della sanità meranese assieme all’assessore provinciale Stocker, sono state come sfregare del sale su una ferita. E brucia, brucia forte agli infermieri che si sentono menati per il naso e rispondono attraverso con la loro rappresentanza con una nota al vetriolo. Che non servirà a disinfettare quella ferita, ma almeno a chiarire la situazione e dare spiegazioni alternative, se non opposte, da quelle dei vertici aziendali ai problemi che affliggono l’ospedale. Pechlaner, per inciso, sul tema della carenza di infermieri, aveva tirato in ballo limitazioni degli straordinari, gravidanze, permessi per assistenza a persone non autosufficienti.
«Carenza di personale infermieristico nella Azienda sanitaria? Abbiamo trovato la soluzione. Come abbiamo fatto a non pensarci prima! Basta evitare che le infermiere, ogni anno, mettano al mondo dei figli!» ironizzano i rappresentanti Ipasvi. «Siamo ovviamente sconcertati dalle affermazioni della direttrice Irene Pechlaner, la quale afferma che la carenza di personale infermieristico nei vari reparti, sia da attribuire in parte ai permessi, previsti per legge, sulla assistenza di persone non autosufficienti ed alle gravidanze».
L’Ipasvi ricorda di rimarcare da tempo carenze strutturali e programmatiche nella riforma sanitaria, sostenendo che in quasi tutti i reparti il personale infermieristico sia ridotto al minimo mettendo a grave rischio la sicurezza delle persone assistite e lo stress psico-fisico degli stessi infermieri: «Questa situazione precaria è stata evidenziata più volte dal collegio negli ultimi anni ma gli organi competenti non hai mai risposto adeguatamente alla necessità di aumentare le piante organiche nonostante l’aumento del carico di lavoro».
«Siamo inoltre amareggiati - continua la critica - dall’analisi superficiale con la quale si evidenzia il motivo puramente economico della fuga dei neo-laureati all’estero, come ad esempio in Svizzera, ma non solo».
Non sarebbero invece solo motivi economici le ragioni delle fughe all’estero, per altro non smentite. E gli infermieri propongono alcune domande sull’assenza di “piani incentivanti veramente efficaci”: «Forse le aspettative e le opportunità lavorative non rispecchiano l’evoluzione professionale? Forse i carichi di lavoro a cui sono sottoposti quotidianamente i colleghi non sono più sopportabili? Ringraziando i colleghi per il lavoro svolto quotidianamente in tutti gli ambiti – chiosa la nota dell’Ipasvi -, sottolineiamo ai vertici e alla politica che l’infermiere è un professionista laureato a cui si deve riconoscere autonomia decisionale, responsabilità e competenze avanzate». Più chiaro di così.
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