TIROLO»LO STORICO EDIFICIO

TIROLO. Assieme al maniero che domina la conca di Merano, è uno degli edifici simbolo del Comune di Tirolo, anche se ormai dal 2001 è pressoché abbandonato. Eretto dal vescovo Fedefico Endrici nel...


di Jimmy Milanese


TIROLO. Assieme al maniero che domina la conca di Merano, è uno degli edifici simbolo del Comune di Tirolo, anche se ormai dal 2001 è pressoché abbandonato. Eretto dal vescovo Fedefico Endrici nel 1928, l'ex seminario vescovile Johanneum fa bella mostra di sé all'inizio della val Passiria. Luogo di incontro e cultura, l'ex seminario ha formato generazioni di studenti provenienti dalle zone limitrofe, fornendo una educazione sia elementare sia media e costruendo nel tempo una fondo librario, trasferito nel 2007 al Vizentinum di Bressanone, che può vantare oltre 30.000 volumi rari e preziosi.

Un via e vai di studenti e insegnanti, ricordano gli abitanti del paese, interrotto nel 2001, quando il Comune di Tirolo inaugurò la sua scuola media, causando lo svuotamento delle aule dello Johanneum.

Ceduto nel 2008 dalla Diocesi di Bressanone a una società immobiliare di Bolzano per una cifra che si aggirava attorno ai 13 milioni di euro, l'ex studentato vescovile è oggi in stato di grave abbandono e da qualche giorno il suo parcheggio si è trasformato in un deposito di auto di seconda mano.

«Abbiamo fatto e cerchiamo di fare tutto il possibile per ridare dignità a questa bellissima struttura», spiega Erich Ratschiller, sindaco di Tirolo.

Fallito il progetto, antecedente la vendita dell'immobile a un privato, che avrebbe visto la realizzazione di una scuola media capace di servire i paesi di Rifiano, Caines e Tirolo, l'edificio dello Johanneum è lentamente piombato in uno stato di degrado, fino a diventare un vasto deposito di rifiuti e, nel suo ampio areale, un parcheggio pubblico, poi chiuso per motivi di sicurezza.

«A giorni – spiega il sindaco – è previsto un sopralluogo dei funzionari provinciali dell'Ufficio beni architettonici ed artistici, in quanto il tetto della cupola risulterebbe pericolante, oltre al fatto che è ormai evidente a tutti il pericolo di inquinamento da detriti e liquidi».

Un degrado, ricorda il sindaco, che trova le sue origini in una concessione edilizia stipulata nel 2013, quindi dalla precedente giunta con i nuovi proprietari, la quale prevedeva il vincolo di mantenimento dell'uso sociale dell'edificio e la costruzione di una nuova ala che ai 50.000 metri cubi attuali di cubatura ne avrebbe aggiunto altri 30.000 di nuova edificazione. «Con tanto di progetto, ci era stato prospettata la realizzazione di una casa di riposo di lusso, grazie a investitori privati che ciclicamente ci sono stati annunciati dai proprietari ma che mai sono arrivati, quindi – spiega Ratschiller – sono iniziati i lavori di demolizione di un’ala dell'edificio, ma con scuse poco credibili chi ha compiuto questi lavori ha lasciato il materiale di demolizione nel piazzale del seminario».

A tal proposito, è attesa anche la visita dell'Ufficio provinciale competente che dovrà determinare se questa impressionante mole di materiale riversato nel cortile stia effettivamente provocando un danno ecologico.

Per cercare di dare una svolta alla situazione e togliere dal degrado l'ex seminario vescovile, continua il sindaco, «ho anche parlato con il governatore Kompatscher, al quale ho chiesto se fosse possibile istituire una sede periferica dell’Università di Bolzano, proprio dove oggi sorge l'ex seminario». Le dimensioni ridotte della struttura e la distanza eccessiva dal capoluogo, ha replicato Kompatscher, impediscono questo tipo di soluzione.

Il futuro dello Johanneum sembra segnato anche da una convenzione stipulata con i proprietari dalla giunta precedente, la quale stabiliva un obbligo da parte dell'acquirente di ristrutturare lo Johanneum e destinarlo al sociale. «Purtroppo – chiarisce il sindaco – chi ha firmato questa convenzione, si è dimenticato di inserire l'obbligo di ristrutturazione dell'edificio entro una data certa, quindi, se vogliamo togliere lo Johanneum dal degrado, visto l'inattivismo della proprietà, non ci resta che la procedura dell'articolo 16». Procedura che prevede da parte dell’amministrazione pubblica la possibilità di esproprio di un edificio di valore storico, se il privato non si impegna al suo mantenimento e conservazione. Eventualità di difficile realizzazione visti i costi di esproprio per un comune che non avrebbe comunque le risorse finanziarie necessarie. E allora? Il destino dello Johanneum sembra legato all'interesse di un imprenditore forse disposto a un investimento calcolato in non meno di 40/50 milioni di euro, che trasformerebbe l'ex seminario in hotel di lusso. In questo caso, sottolinea il sindaco, «stiamo solo parlando di ipotesi, perché bisognerebbe prima discuterne in consiglio comunale e deliberare la variazione della destinazione d'uso, visto che per ora è prevista solo la realizzazione di una casa di riposo o di uno studentato».













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