Un tour storico contro neofascismi e divisioni 

L’iniziativa. L’architettura razionalista al centro delle Giornate europee del patrimonio Legata alla rotta europea Atrium la riscoperta degli edifici del Ventennio. Anche per depotenziarli


Sara Martinello


Merano. Un ulteriore passo verso il collocamento di Merano in una dimensione culturale che guardi all’Italia e, perché no, all’Europa, permettendo ai cittadini di conoscere e quindi di fare propri gli esempi dell’architettura razionalista locali. Con questo intento l’assessorato alla cultura ha deciso di aderire alle Giornate europee del patrimonio tra il 18 e il 22 settembre.

Una conferenza e visite guidate tra le ville razionaliste di Maia Bassa, il municipio, l’ex Casa Littoria, l’ippodromo e Borgo Andreina gli eventi che costellano il programma messo a punto nei mesi scorsi. A guidare i visitatori attraverso l’eredità del Ventennio, la storica dell’arte ed esperta di storia contemporanea locale Rosanna Pruccoli, e gli architetti Carlo Azzolini e Alexander Zoeggeler.

Da 700xM a Passepartout.

Sono ormai diversi i progetti di ampio respiro cui l’assessorato guidato dal vicesindaco Andrea Rossi ha voluto avvicinare la città. Dalla partecipazione a LuBeC, convegno e rassegna dei beni culturali a Lucca, dove si fa alta formazione per le pubbliche amministrazioni, alla triangolazione con Provincia e Teatro Stabile di Bolzano per la circuitazione di spettacoli sul territorio regionale, con l’intenzione di alzare l’asticella della sfida culturale e di produrre cultura per i cittadini. «Ricerchiamo proposte che si collochino in panorami più ampi e promuoviamo la riscoperta degli elementi urbani da parte di chi li vive ogni giorno», spiega Rossi.

In quest’ottica è stato creato un team interno all’Ufficio cultura del Comune. Così Barbara Nesticò, direttrice della ripartizione competente: «Si tratta di un percorso attivo da qualche anno, a partire dai festeggiamenti per i 700 anni dal primo ordinamento civico, proseguendo quest’anno con Passepartout e con le Giornate europee del patrimonio, istituite nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione europea per incoraggiare la partecipazione attiva alla salvaguardia e alla trasmissione del patrimonio culturale».

La piattaforma Atrium.

Nel 2018, dando seguito a una specifica delibera adottata dal consiglio comunale, il Comune ha aderito ad Atrium (Architecture of Totalitarian Regimes of the 20th Century in Europe’s Urban Memory), rotta culturale certificata dal Consiglio d’Europa che recupera in senso storico e artistico le costruzioni dei regimi totalitari, il cosiddetto “patrimonio dissonante”.

Ed è ad Atrium che si lega il programma elaborato per le Giornate europee del patrimonio. Perché se una recrudescenza fascista e la questione etnica qui si possono dire quasi complementari, un modo per distendere l’una è storicizzare gli elementi che danno vitalità all’altra, dare un contorno a quest’eredità del Ventennio ancora attiva nella percezione e nelle narrazioni storiche. «Atrium non vuole enfatizzare le ideologie che stanno dietro queste architetture, a volte vissute ancora come una ferita aperta da parte della popolazione di lingua tedesca – dichiara il sindaco Paul Rösch –. Anzi, ricordo ancora come tante tensioni siano sparite dopo la mostra sulle opzioni nel 1989».

Un’operazione di depotenziamento come quella fatta intorno al monumento alla Vittoria di Bolzano, quindi, la chiave di lettura dell’iniziativa presentata da Rossi: «Nessuno di noi auspica un ritorno dei regimi totalitari. Per questo non possiamo lasciare che monumenti storici e parte del nostro patrimonio urbano, peraltro già oggetto di una bella mostra a Londra lo scorso anno, siano ancora simboli ideologici per qualcuno. E se è molto forte il tema della cancellazione del passato, pensiamo al regime titino in Jugoslavia, noi dobbiamo fare in modo che i cittadini conoscano il patrimonio, la sua storia e il suo presente».













Altre notizie

Attualità