Una centrale a biomassa servirà 5 mila famiglie 

Via libera in consiglio comunale al progetto di Alperia: 8 milioni il budget previsto Lavori ormai alle porte: si inizierà a dicembre e saranno conclusi ad aprile


di Sara Martinello


MERANO. L’obiettivo di Alperia Ecoplus è di raggiungere i cinquemila allacciamenti alla rete del teleriscaldamento, e contemporaneamente di sorpassare la soglia del 50% dell’energia da fonte rinnovabile o rigenerativa. Con l’approvazione da parte del consiglio comunale di Merano, l’altra sera, si dà di fatto il via libera all’ampliamento della rete, in modo da allacciarvi la centrale a biomassa che tra il dicembre del 2018 e l’aprile del 2019 sarà costruita in zona Rabbiosi e che permetterà quindi di raggiungere l’ambizioso obiettivo.

«L’infrastruttura di teleriscaldamento attualmente posata – spiega l’ingegner Alvise Bozzo di Alperia Ecoplus – ha una lunghezza di 40 km di rete di distribuzione e di 10 km di allacciamenti alle singole sottostazioni di scambio installate presso i clienti. Grazie alle 430 sottostazioni attualmente installate il teleriscaldamento servirà più di 5100 famiglie, cioè oltre il 27,5% delle famiglie di Merano e circa 415 tra attività commerciali, scuole ed edifici pubblici. Alla fine del 2018 si prevede che sarà allacciata una potenza complessiva di circa 84 megawatt, per poi proseguire nel corso degli anni successivi. Una volta terminate le fasi di ampliamento esiste ancora un notevole potenziale di crescita non tanto come estensione della rete primaria, bensì come aumento della potenza allacciata. La rete, infatti, toccherà quasi ogni zona abitata tra Sinigo e Lagundo e sarà possibile allacciare quasi ogni edificio che ne farà richiesta».

I lavori per la centrale a biomassa interesseranno 13mila metri quadri messi a disposizione dalla Provincia in zona Rabbiosi, e soltanto in aprile, per poche settimane, anche l’incrocio con via Roma, con la chiusura di una corsia. I costi si attestano intorno ai 6-7 milioni di euro per la realizzazione della sola centrale, cui se ne aggiungerà un altro per gli allacci, le spese della progettazione – già commissionata con un bando di selezione europeo – e altre spese minori. Tra i vantaggi, oltre al mantenimento dell’Iva al 10% per gli utenti, anche un risparmio di gas metano stimato in 3 milioni di metri cubi l’anno, l’equivalente delle emissioni di un bosco di 400 ettari (circa la metà della città di Merano). L’impianto, a servizio dall’aprile del 2020, sarà in funzione per sei mesi l’anno, con una media di 3-4 tir al giorno addetti al conferimento della biomassa alla centrale.

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