Virginia Lai sarà processata per tentato omicidio 

Accoltellò un vicino per uno zerbino. A breve in tribunale si terrà il giudizio immediato La vittima fu un ventenne magrebino. Per la Procura la coltellata avrebbe potuto uccidere 



Merano. Nessuna derubricazione, resta l’imputazione più grave quella cioè di tentato omicidio. Virginia Lai, la donna di 28 anni accusata di aver accoltellato il vicino per un banale litigio su uno zerbino, è stata citata a giudizio con rito immediato. È la conseguenza logica ed inevitabile dell’esito della consulenza disposta dalla Procura della Repubblica che l’estate scorsa evidenziò che la coltellata inferte dalla donna al ventenne Merzak Bourdoune era potenzialmente letale. L’episodio avrebbe potuto finire in tragedia. Non ci sarà dunque alcuna derubricazione a lesioni personali volontarie gravi come sperava la difesa. Il movente della lite, come già accennato, fu uno zerbino sparito per la seconda volta in pochi giorni davanti alla porta di casa di Merzak Bourdoune all’interno di una palazzina Ipes di via Chiesa a Sinigo. Il grave episodio avvenne la mattina del 28 aprile dello scorso anno. Era una domenica. I rapporti tra Virginia Lai, il suo compagno e la famiglia magrebina della vittima erano da tempo tesi.

Quella mattina Merzak Bourdoune decise di affrontare Virginia Lai ed il suo compagno per chiedere lumi sullo zerbino scomparso dato che il magrebino riteneva si trattasse dell’ennesimo dispetto a sfondo razzista.

Ne scaturì un diverbio dai toni molto sostenuti al termine del quale Virginia Lai colpì Merzak Bourdoune con un coltello da cucina alla schiena.

Nel capo d’imputazione, ora messo a punto dalla Procura, si chiarisce che la lama del coltello era lunga 21 centimetri e che la ferita inferta risultò profonda cinque centimetri e larga due.

Il coltello arrivò a perforare il polmone destro della vittima che sarebbe stato effettivamente in pericolo di vita. Sempre dal capo d’imputazione si evince che l’imputata avrebbe agito con finalità omicide. In altre parole la donna avrebbe avuto intenzione di colpire ulteriormente il vicino di casa non riuscendovi solo perché un altro vicino di casa intervenuto per sedare gli animi (Leopoldo Mariscotti) riuscì a sfilare di mano all’imputata il coltello. Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, dunque, la presunta volontà omicida di Virginia Lai sarebbe dimostrata non solo dalla pericolosità della coltellata inferta in una zona del corpo molto a rischio ma anche dalle modalità dell’azione della donna che anche dopo il colpo avrebbe voluto - sempre secondo l’ accusa - proseguire nella terribile aggressione. Gli spazi di manovra della difesa non saranno molti. È probabile che la donna decida innanzitutto di affrontare il processo con rito abbreviato (per garantirsi gli sconti di pena previsti) e sostenga di essere stata almeno parzialmente provocata. MA BE.













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