IL CASO

Neonato morto a Lana, mamma libera in attesa del processo

La giovane donna ora vive a Ferrara. Ha trovato un nuovo lavoro e sta tornando ad una vita normale. A giorni la Procura deciderà l’imputazione

IL FATTO - Lana, tra la vegetazione il corpo senza vita di un neonato - IL FERMO - Indagata la madre, una 25enne romena - LE FOTO - Il corpo senza vita del piccino trovato in un cespuglio - IL VIDEO - L'uomo che ha visto il cadavere: "Mi ha fatto troppo male" - LA NOTA DELLA PROCURA - Omicidio aggravato e occultamento di cadavere - L'AUTOPSIA - Neonato morto per soffocamento - IL RACCONTO - «Ho fatto tutto da sola»



BOLZANO. La giovane donna romena accusata di aver provocato volontariamente la morte del bimbo che aveva messo al mondo pochi minuti prima, ha concluso un percorso di recupero psicologico che il giudice le aveva indicato al momento della concessione degli arresti domiciliari.

Ora la donna è completamente libera e sta tentando di riprendere una vita il più possibile regolare e tranquilla anche dopo il drammatico episodio che l’ha vista protagonista. Ora vive a Ferrara, in casa di amici e parenti.

Gli avvocati difensori Nicola Nettis e Amanda Cheneri stanno attendendo di ora in ora di conoscere le scelte della Procura della Repubblica sotto il profilo strettamente processuale.

Per il momento la donna straniera (che al tempo dei fatti lavorava nei meleti del Burgraviato per la raccolta della frutta) è indagata con l’ipotesi di accusa di omicidio volontario, con inevitabili aggravanti che sulla carta potrebbero far rischiare una condanna all’ergastolo. In realtà è molto probabile che l’accusa pubblica decida di derubricare il capo d’imputazione in infanticidio facendo esplicito riferimento alle condizioni di «abbandono morale e materiale della donna connesse al parto» come richiesto dal codice per quel tipo di reato.

La Procura dovrebbe concludere l’inchiesta entro poche settimane dopo aver ottenuto anche l’esito di una serie di accertamenti medico legali affidati al Ris di Parma (il reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri) soprattutto in relazione alle modalità di soppressione del piccolo. Come si ricorderà l’autopsia disposta dal procuratore Axel Bisignano aveva svelato che il neonato era morto soffocato ma aveva anche indicato che che il soffocamento non sarebbe stato provocato da fattori occasionali (come un’improvvisa occlusione delle vie respiratorie). La placenta ed il cordone ombelicale del neonato (abbandonato ormai privo di vita in un cespuglio sopra Lana) non furono mai trovati.













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