Addio alle religiose che da fine Ottocento assistevano i malati 

Domenica scorsa i saluti alle due Suore della Carità rimaste La congregazione si era insediata in città nel novembre 1897


di Marco Pellizzari


BRUNICO. Domenica 2 febbraio ha chiuso per sempre i battenti lungo la Passeggiata Tielt a Brunico il “Klaraheim”, sede delle Suore della Carità della Santa Croce. Termina così un capitolo importante dell’assistenza sanitaria - e non solo - nel capoluogo pusterese. La superiora suor Josefa Maria Salcher e la consorella suor Thekla Rigo hanno ricevuto la visita del sindaco Roland Griessmair e dell’assessora Ursula Steinkasserer Goldwurm che hanno consegnato loro come segno di riconoscimento e gratitudine dei fiori e la medaglia della Città di Brunico. Le due suore sono state trasferite rispettivamente nella casa provincializia delle Suore della Santa Croce a Besozzo in Provincia di Varese ed a Merano.

Era il 12 novembre 1897 quando le prime due suore della congregazione della Sante Croce giunsero a Brunico, provenienti dalla Casa Madre di Ingenbohl in Svizzera, su invito dell’allora sindaco Maier. Da allora le suore hanno prestato ininterrottamente la loro preziosa opera nel capoluogo pusterese nell’assistenza e nella cura degli infermi, nell’accompagnamento di lungodegenti e morenti, dispensando parole di conforto a chi si trovava in situazioni di disagio. Le suore della Santa Croce parteciparono sempre attivamente anche alle funzioni religiose in città e hanno continuato a farlo fino alla settimana scorsa.

All’epoca in cui arrivarono a Brunico, vista la carente assistenza sanitaria, chi si ammalava seriamente non veniva sempre ricoverato all’ospedale, ma veniva assistito a casa dai familiari e appunto dalle suore che si recavano a domicilio per prestare la loro opera, chiamate a qualsiasi ora del giorno e della notte. Particolarmente duri furono gli anni delle due guerre mondiali, si evince dalla cronaca che le suore hanno stilato in questi oltre 100 anni di presenza a Brunico. Non mancarono però nemmeno i giorni felici, come ad esempio il 21 giugno del 1952, quando le religiose entrarono nella loro nuova dimora, realizzata con i denari ereditati dalla propria famiglia da una di loro, suor Maximiliane, al tempo assai conosciuta in città.

Le dimensioni dell’edificio, dotato di ambulatorio e cappella, lascerebbero supporre che la congregazione fosse un tempo più numerosa, ma pare che non fossero mai più di quattro le suore che vi vivevano stabilmente, mentre durante l’estate giungevano in vacanza delle consorelle. Anche quando cominciarono ad operare gli ambulatori dei servizi territoriali dell’azienda sanitaria, erano sempre molte le persone che si recavano nell’ambulatorio delle suore per farsi fare delle iniezioni o per misurare la pressione.

La carenza di vocazioni da un lato e l’opera dei servizi sanitari territoriali dall’altro hanno portato alla decisione di chiudere, dopo 121 anni di attività, la piccola comunità brunicense delle Suore della Santa Croce, ridotta a due sole consorelle. Il “Klaraheim” sarà ora posto in vendita. Gli arredi della cappella saranno invece ricollocati in un’altra casa della congregazione a Cermes, sopra Merano.













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