Adesivi anti-italiani, scatta la denuncia 

Brunico: prese di mira università, Apt e porta San Floriano


di Sara Martinello


BRUNICO. Sembra che siano tornati a colpire in tutta la val Pusteria i gruppi dell’estrema destra tedesca, forse in vista delle imminenti elezioni provinciali. Nelle ultime settimane sono ricomparsi a Brunico gli adesivi di stampo separatista che appena tre mesi fa, a maggio, tappezzavano i cartelli della città, oltre che quelli dell’Oltradige: immediata la denuncia da parte delle autorità cittadine.

Scritti in tre lingue, gli adesivi denunciano le mancate scuse da parte dei governi democratici che dal secondo dopoguerra si sono succeduti in Italia. Oggetto di queste scuse sarebbe dovuta essere l’imposizione dei toponimi italianizzati voluta dal regime fascista: lo “dicono” la targa della sede locale della Libera Università di Bolzano, la mappa della città affissa sulla sede dell’associazione turistica, un pannello informativo sulla passeggiata per monte Spalliera, la targa sulla storia della porta di San Floriano. O meglio, a dirlo sono gli adesivi anonimi applicati a mo’ di didascalia. Perché a un turista potrebbero sembrare proprio didascalie dei cartelli su cui sono applicati, tantopiù che sono scritti anche in inglese – e non in ladino, lingua parlata dal 2,29% degli abitanti di Brunico (fonte: censimento 2011).

Ma l’azione non è passata inosservata: d’accordo col presidente del consiglio comunale e dell’associazione turistica Martin Huber (Svp), il vicesindaco Renato Stancher (ex Polo, ora con Bizzo) ha provveduto a far scattare la denuncia ai vigili urbani. «Alcuni di questi adesivi li ho rimossi direttamente io. Ora saranno visionati i filmati delle telecamere sparse sul territorio comunale in modo da risalire ai colpevoli. Non si tratta di una protesta esclusivamente mia, è il frutto dello spirito d’iniziativa di entrambi», dichiara. Non senza condannare il gesto, «una pubblicità deprecabile e offensiva per una parte della popolazione» che il vicesindaco non ha voluto far emergere appena si è accorto degli adesivi, pur sporgendo denuncia immediatamente, per evitare che si creasse un polverone attorno a un’azione eversiva tanto vile.

A livello provinciale da anni si parla di scuola bilingue, sistema che a Brunico già esiste da diverso tempo: ormai i primi a studiare le diverse materie secondo questo sistema si sono già laureati. «Ho la fortuna di essere testimone della convivenza pacifica che si respira a Brunico. Chi ha fatto quegli adesivi voleva creare zizzania dove non serve, dove non c’è posto per il rancore. L’unico modo per raggiungere una convivenza pacifica e sincera è la scuola, dove giocando si impara a vivere le differenze come una ricchezza, non come un ostacolo. Qui ai bambini non è richiesto di dichiarare il gruppo linguistico di appartenenza: frequentando la scuola materna della frazione in cui abitano con la famiglia, vengono a contatto fin da piccoli con chi a casa parla un’altra lingua. Per elementari e medie c’è un unico istituto pluricomprensivo, in modo da favorire sia la continuità didattica, sia la prosecuzione dei rapporti di amicizia e di scambio linguistico. Già dalle elementari i bambini – e non sto parlando di quelli mistilingui – escono con una padronanza notevole della seconda lingua. I figli di persone emigrate qui, e sono anche famiglie con un background culturale e linguistico completamente diverso, come quelle arrivate dal Pakistan, dopo appena un quadrimestre conoscono abbastanza bene sia l’italiano, sia il tedesco. Oltre naturalmente alla lingua materna».

«L’autore del gesto accusa i governi italiani di non essersi mai scusati con la popolazione di madrelingua tedesca – conclude – ma non possiamo riscrivere la storia. Non serve rivangare i momenti dolorosi: piuttosto, poniamo le basi per un futuro migliore che faccia perdonare in maniera autentica gli errori del passato».













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