i bilanci

Bene l’estate dei rifugi alpini: per 4 su 5 fatturato in crescita 

Rispetto alla stagione post lockdown di un anno fa sono aumentati sia gli ospiti giornalieri, sia i pernottamenti Le misure anti Covid «sono state rispettate ampiamente dagli ospiti» e non hanno condizionato passaggi e presenze



DOLOMITI. Circa l’80 per cento dei gestori dei rifugi in Val Pusteria, Val Badia e Val Gardena e nel resto della provincia ha segnalato un fatturato più elevato rispetto all’estate 2020. È andata meglio, insomma, rispetto alla stagione estiva post lockdown di un anno fa e i bilanci positivi tracciati dal Gruppo Rifugi Alpini dell’Alto Adige dell’Unione albergatori e pubblici esercenti (Hgv) a una decina di giorni dalla chiusura delle strutture ricettive d’alta quota rappresentano una boccata d’ossigeno vitale per un settore al centro dell’economia altoatesina e un segnale a sua volta importante della ripresa che ha ingranato, lasciando alle spalle i mesi più duri dell’emergenza Covid.

Il Gruppo Rifugi Alpini dell’Alto Adige ha sentito i suoi membri organizzando un sondaggio con domande e risposte mirate a stilare un consuntivo del lavoro negli ultimi mesi. Ne è venuto fuori che per i rifugi altoatesini è stata una stagione buona, quindi, anche se non lineare, non omogenea. “Soprattutto in piena estate, in particolare nei fine settimana, ci sono stati molti giorni di pioggia che hanno avuto un impatto negativo sul fatturato. In compenso - afferma Stefan Perathoner, presidente del Gruppo Rifugi Alpini Alto Adige e gestore del Rifugio Alpe di Tires, tra Sciliar e Catinaccio - ci sono state delle belle giornate a settembre e a ottobre, positive sia per quanto riguarda gli ospiti giornalieri che i pernottamenti”.

L’aumento segnalato nelle attività dei rifugi riguarda tanto l’accoglienza e i servizi per gli ospiti giornalieri quanto i pernottanti, anche se il numero dei pernottamenti, sottolinea il Gruppo Rifugi Alpini dell’Alto Adige, è ancora lontano da quello registrato al termine dell’estate 2019. “Complessivamente, si registra uno sviluppo positivo nonostante l’impatto e le limitazioni delle varie regole anti-Covid da applicare nei rifugi alpini”, precisa Perathoner.

Nei bilanci di fine stagione affiora appunto che il rispetto dei regolamenti anti-Covid ha richiesto un impegno significativo da parte del personale nei rifugi. “Circa il 90 per cento degli intervistati ha dichiarato che gli ospiti hanno ampiamente rispettato le misure anti Covid, il che ha peraltro facilitato il lavoro ai gestori”, sottolinea Perathoner.

Infine, il Gruppo Rifugi Alpini ha voluto rimarcare il ruolo della sostenibilità nell’ambito dei rifugi di montagna. Quasi tutti gli intervistati hanno sottolineato l’importanza di questa tematica, illustrando varie iniziative adottate sul luogo di lavoro, come la rinuncia alla plastica e per quanto possibile ai materiali in plastica, l’impiego maggiore di prodotti locali e la scelta di misure per ridurre i rifiuti.

Un’ultima domanda nel sondaggio di fine stagione condotto dal Gruppo Rifugi Alpini dell’Alto Adige dell’Unione albergatori e pubblici esercenti riguardava la ricerca di personale, che anche in montagna si è rivelata più difficile rispetto alle annate più recenti. “Per quanto riguarda questo aspetto - ha concluso Perathoner, riassumendo la situazione in una panoramica appunto altoatesina - non ci sono state differenze rilevanti rispetto alle imprese in valle”.

La conclusione della stagione estivo – autunnale in montagna e la chiusura del rifugi alpini sono programmati all’inizio di novembre.

 













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