Dalla musica al legno, l’arte secondo Kondrak  

Il personaggio. I Nolunta’s non suonano da 3 anni e il leader lavora nel suo atelier a Pontives Crea mobili e oggetti originali: «Mi sono reinventato mantenendo come guida la mia passione»


Daniela Mimmi


Ortisei. Da frontman dei Nolunta’s ad artista del legno il passo è breve. Sempre arte è. A un certo punto le band si fermano, esauriscono il loro percorso. È il caso di una delle band gardenesi che ha ottenuto maggior successo in ambito internazionale, con tour in Europa, vittoria a concorsi internazionali, un cd, “Rising circle”, e un singolo “Blind”, interamente composti e arrangiati da loro e cantati in inglese, con una musica che ricorda il folk nordico, ma anche le valli ladine. Adesso il frontman dei Nolunta’s, Andreas Kondrak costruisce mobili e oggetti originali, in cui il metallo entra nelle vene del legno fino a costruire disegni magici, nel suo atelier a Pontives, vicino a Ortisei. “La band non è finita – dice – semplicemente a un certo punto abbiamo smesso di suonare insieme. L’ultimo concerto è stato alla fine di un tour in Germania, 3 anni fa. Ma nessuno pensava che fosse l’ultimo”.

Poi cos’è successo?

“Siamo entrati a far parte di una grossa agenzia tedesca, e quello forse ci fa rovinato. Loro pensavano solo ai dischi, ci stavano con il fiato sul collo. Volevano in continuazione pezzi nuovi, organizzare concerti e tour, farci partecipare ai festival in tutta Europa. Tutto bello, salvo che non si può fare musica per soldi. Così, ognuno se ne è andato per la sua strada. Alcuni sono rimasti in Val Gardena, altri sono andati via, come il batterista che fa il farmacista a Zurigo”.

E lei si è reinventato.

“Nel vero senso della parola. Ho avuto sempre la passione per il legno e per i lavori manuali. Mi ero costruito un forno in casa, uno di quelli veri che arriva a 1.200 gradi. Pensavo di cuocere la ceramica, poi ho provato a fondere il metallo. Una volta ho provato a versare del metallo fuso in un pezzo di legno. Il risultato è stato straordinario. Da allora costruisco tavole, sedie, oggetti di arredamento, utilizzando la tecnica di metalli diversi fusi nelle cavità dei legni”.

Quanto ci vuole a costruire, ad esempio un tavolo, con quella tecnica?

“Se è un tavolo grande, ne ho fatti anche per 20 persone, circa 200 ore di lavoro. Lavoro spesso su ordinazione, da privati, oppure alberghi o ristoranti. Tengo conto degli spazi, dell’uso, ma anche del proprietario: ogni mio pezzo deve in qualche modo rispecchiare il carattere del proprietario”.

Che cosa le manca dei vecchi tempi con i Nolunta’s?

“Sono stati anni bellissimi. La cosa più bella era stare tanto tempo insieme per prove, viaggi, concerti. Stavamo insieme 30-40 ore la settimana. Eravamo una famiglia con la passione in comune per la musica. Do un consiglio ai giovani: suonate per passione e amicizia, mai per soldi e successo”.

È riuscito a dimenticare la musica?

“Ovviamente no. Se la musica è la vera passione. Adesso suono e canto in duo con una brava e giovane cantante gardenese, Marion Moroder. Il duo si chiama Nothing about trains. Abbiamo pubblicato un pezzo, per ora sulle piattaforme online, che si intitola Black Boots, ma presto pubblicheremo un intero album, di 13 canzoni, per una casa discografica americana”.

Quando si potrà uscire...

“Eh, sì. Intanto lavoro nel mio atelier e suono in casa. Dove Anna mi sopporta e mi supporta...”

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













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