Dobbiaco, demolito il Posta arrivano negozi e un residence

Dobbiaco. Ciò che resta, davvero poco, dell’hotel Posta a Dobbiaco è sepolto dalla neve. Che lascia intravedere lo scorcio della chiesa parrocchiale. La neve ha solo affievolito le polemiche che...



Dobbiaco. Ciò che resta, davvero poco, dell’hotel Posta a Dobbiaco è sepolto dalla neve. Che lascia intravedere lo scorcio della chiesa parrocchiale. La neve ha solo affievolito le polemiche che hanno preceduto e accompagnato l’opera delle ruspe che a metà del novembre scorso hanno completato la demolizione dello storico albergo. In Comune sono fermi a quello che prevede il progetto iniziale, tanto criticato da residenti ed esperti, tra cui Vittorio Sgarbi.

"Tutto era in regola con le concessioni – riassume il sindaco Martin Rienzner - Ho parlato anche con il mio predecessore, Guido Bocher, che mi ha confermato che l’iter è stato rispettato. Al piano terra dell’ex hotel Posta è prevista una serie di negozi, mentre ai piani superiori dovrebbe sorgere un residence. In paese gira la voce che potrebbero essere realizzati anche degli alloggi privati. Con la nuova legge urbanistica non c’è più bisogno del benestare del Comune. Staremo a vedere".

Il sindaco non è preoccupato dell’esposto in Procura presentato appunto da Sgarbi: “Ho saputo del suo intervento a Bolzano, ma di fatto in Comune nessuno per ora si è fatto vedere per chiedere informazioni o documenti”.

Nello storico hotel Posta, chiuso da anni, a novembre era iniziato lo sgombero di mobili e oggetti depositati nei locali. Poi, era iniziata la demolizione, completata in breve tempo, tanto che oggi c’è soltanto la neve che copre i segni di quello che era l’albergo. Restano le polemiche, ancora vivissime. Quattro anni fa lo storico dell’arte bolognese Francesco Vincenti aveva raccolto oltre 4.000 firme con una petizione online per salvare l’hotel, considerato testimonianza dell’architettura del periodo asburgico, e scongiurare demolizione e ricostruzione secondo un progetto giudicato da Sgarbi “inqualificabile”.

Il sindaco Rienzner ribadisce che "da oltre dieci anni bar e hotel erano chiusi. Tenere un simile edificio in centro, tenerlo e continuare a vederlo chiuso, era un rischio, considerando il degrado strutturale. Era davvero il momento di fare qualcosa, altrimenti, per questioni di sicurezza, si sarebbe dovuto recintare l’area”. Quando, anni fa si valutò la questione, ricorda Rienzner, “si vide che non c’erano vincoli o prescrizioni a tutela dell’hotel e si procedette con un progetto che nel tempo è stato esaminato, visionato e valutato da tutti gli organi competenti, raccogliendo tutte le richieste autorizzazioni". Contro la demolizione si era schierata anche Italia Nostra - sezione di Bolzano. Ora, passata la brutta stagione, il cantiere tornerà ad animarsi. E.D.















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