Dobbiaco, il Posta viene svuotato Lo storico hotel sarà demolito 

Il centro cambia volto. Tre anni fa in oltre 4 mila firmarono una petizione per salvare il complesso d’epoca asburgica In questi giorni si è iniziato a sgomberare i piani e le stanze: a breve, dopo la firma della concessione, il via al cantiere


Fausto Da Deppo


Dobbiaco. Primi interventi all’interno dello storico hotel Posta a Dobbiaco: iniziato lo sgombero di mobili e oggetti conservati e depositati nei locali. Non si tratta del via ai lavori per la ristrutturazione del complesso in centro a Dobbiaco, lavori inseriti in un programma di risistemazione urbanistica dell’area. Per quel “via”, sottolinea il sindaco Martin Rienzner, “occorrono ancora dei piccoli passaggi burocratici, giusto qualche carta. Quando ci sarà tutto e sarà tutto a posto, si potrà firmare la concessione edilizia e con quella, allora sì, partirà il cantiere. Probabilmente entro la fine dell’anno”.

Rienzner ci spera, ma il rumore degli sgomberi di materiale da stanze e piani del Posta ha fatto ripartire le critiche e ha riacceso le voci contrarie che tre anni fa si erano raccolte a sostegno dello storico dell’arte bolognese Francesco Vincenti, aderendo (oltre 4.000 firme) alla sua petizione online per salvare l’hotel, una testimonianza dell’architettura del periodo asburgico.

“La petizione fu sostenuta in poco tempo da un numero di persone che supera quello degli abitanti di Dobbiaco”, sottolinea oggi Johanna Kofler, che con amarezza osserva la preparazione in corso dei lavori, segno, dice Kofler, “che si va avanti con un progetto che punta a trasformare il Posta in appartamenti e negozi”. Un progetto che, affermò a suo tempo Vincenti, rappresenterebbe “una pessima sostituzione” e che Vittorio Sgarbi, coinvolto dallo stesso Vincenti, giudicò addirittura “inqualificabile”.

Rienzner non la vede proprio così: “Sono dieci anni - dice - che bar e hotel sono chiusi. Tenere un simile edificio in centro, tenerlo e continuare a vederlo chiuso, è un rischio considerando il suo possibile degrado strutturale. È davvero il momento di fare qualcosa, altrimenti, per questioni di sicurezza, potrebbe essere necessario recintare l’area”. E anche questo non sarebbe uno spettacolo lì, nel centro.

Kofler prova a trovare un compromesso: “L’importante – ripete – sarebbe che venisse almeno salvata la facciata asburgica, un segno della storia, oltre che una preziosa testimonianza architettonica e un arricchimento per Dobbiaco. Bisogna salvarla e occorre far capire alla gente che non è rinviabile un intervento per mantenerla e valorizzarla. In molti non si rendono conto di quanto valga e di cosa significhi quella costruzione e anche con l’amministrazione comunale, nella passata legislatura e in quella appena avviata, il dialogo non è sempre facile”.

Il fatto è che a questo punto non sembrano più esserci i tempi per compromessi e dialogo: “In effetti il Posta verrà completamente demolito - spiega Rienzner - Quando, anni fa nel 2012 o 2013, si valutò la questione, si vide che non c’erano vincoli o prescrizioni a tutela dell’hotel e si procedette con un progetto che nel tempo è stato esaminato, visionato e valutato da tutti gli organi competenti, raccogliendo tutte le richieste autorizzazioni. A questo punto, come ho detto, ci mancano solo alcune carte, relative in particolare ad assicurazioni e garanzie che i lavori non coinvolgeranno e danneggeranno altri edifici vicini. Completati questi adempimenti, tutto sarà pronto per la concessione che aprirà la strada al cantiere”.

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