DOBBIACO. L’impresa, alla vigilia, per qualcuno si presentava quasi improba. Scalare la Cima Grande – la più alta delle Tre Cime di Lavaredo – sotto la guida di un gruppetto di alpinisti locali capitanati da Christian Hainz. I protagonisti non sono degli sportivi provetti ma dei manager di due aziende dell’Alta Pusteria, la Pircher Oberland e la Pircher Srl di Dobbiaco. Faticare assieme e cercare di raggiungere un traguardo comune aumenta la coesione del gruppo. Ed è partito proprio da questo aspetto il presidente Christian Pircher, a chiusura di un anno di grande impegno in cui è stata portata avanti una complessa riorganizzazione delle due realtà aziendali. Bisogna conoscersi a fondo, meglio ancora se si incontrano delle difficoltà lungo il tragitto e non solo in senso metaforico. La sfida era decisamente ambiziosa: scalare la Cima Grande, che con i suoi 2.999 metri è la più grande delle Tre Cime, esattamente 150 anni dopo l’impresa di Paul Grohmann, Peter Salcher e Franz Innerkofler che nel 1869 scrissero la storia dell’ alpinismo, conquistando una montagna fino ad allora considerata invincibile.

«La montagna è una grande maestra di vita, insegna a dosare le forze, misurare le capacità e a sfidare i propri limiti, restando uniti e solidali con i compagni di avventura anche nelle avversità, per andare sempre più in alto… fino all’ambita vetta».

«Solo un uccello può arrivare in cima a queste pareti verticali»: lo aveva scritto Grohmann, quando raggiunse le Tre Cime e vide per la prima le pareti a nord. Probabilmente lo hanno pensato anche alcuni manager di Pircher, quando hanno saputo dell'invito del loro presidente. Ma dodici membri del «core team» hanno accettato questa sfida mentale e fisica, presentandosi sabato scorso all’appuntamento. Divisi in cordate e guidati da Christoph Hainz, icona dell’alpinismo, i manager hanno percorso la via normale della Cima Grande di Lavaredo, conquistando la vetta. Il team che li accompagnava era composto da una serie di alpinisti altoatesini molto noti. C’erano anche Simon Kehrer, Mark Oberlechner, Hubert Eisendle, Hannes Pfeifhofer, Dietmar Niederbrunner, Anton Obojes e Kurt Astner. «Abbiamo dimostrato, anche a 3 mila metri, di avere l’agilità, la determinazione e la perseveranza necessarie per affrontare qualsiasi sfida» ha concluso orgoglioso il Ceo di Pircher, Matthias Mair.