Getùlio sale a 3.300 metri e supera i limiti della disabilità 

L’impresa. Il giovane brasiliano affetto da paralisi cerebrale è salito in cima alla Marmolada Il suo sogno è stato sostenuto dallo staff di Alta Badia brand e a breve diventerà un film


Ezio Danieli


Alta badia. Un sogno diventato realtà. Domenica scorsa il quattordicenne brasiliano Getúlio Felipe è riuscito a realizzare il proprio sogno di scalare una montagna oltre i tremila metri. Getúlio, affetto da paralisi celebrale, è riuscito a raggiungere Punta Penia, sulla Marmolada, la cima più alta delle Dolomiti con i suoi 3.343 metri sul livello del mare. L’ascesa è avvenuta lungo il tracciato della via normale e ha coronato un’impresa organizzata dalla società americana Lyfx, attiva nel campo dell’avventura e nei progetti per far vivere l’avventura, in collaborazione con Alta Badia brand e il mondo del turismo badiota.

Getúlio, accompagnato dalla guida alpina Alessio Nardellotto e dall’amico Pedro McCardell che ha curato la spedizione, è partito alle 6.15 da Pian dei Fiacconi per raggiungere la cima dopo 9 ore di camminata e di arrampicata, superando il consistente manto nevoso, il clima freddo e la stanchezza fisica. Alla spedizione hanno anche partecipato l’alpinista Alberto Benchimol di Sportfund che ha assistito il team e il fotografo Stefano Fabris, che ha documentato la scalata per la realizzazione del film “Driven”, così da testimoniare la strepitosa forza fisica e mentale di questo ragazzo nell’affrontare le condizioni atmosferiche imprevedibili, l’altitudine e le difficoltà alpinistiche e convincere le persone che la forza di volontà permette di realizzare i propri sogni anche partendo da difficoltà fisiche.

La prima ora di cammino è andata molto bene anche grazie alle condizioni della neve compatta nelle prime ore del mattino. Nel corso della spedizione la neve più morbida ha creato qualche difficoltà al gruppo ma Getúlio non si è lasciato scoraggiare continuando la scalata. Il ragazzo non ha mai voluto mollare ed è riuscito a raggiungere la cima. Sul tetto delle Dolomiti e contemplando il panorama attorno a sé, Getúlio ha commentato questa sua impresa con poche, fantastiche parole: “Che bella la vita!”.

L’avventura di Getúlio diventa così un’ispirazione per tutti, insegnando che con la volontà tutto è possibile. Sin da piccolo gli era stato detto che avrebbe dovuto passare l’intera vita su una sedia a rotelle, ma a sette anni ha imparato a camminare e il suo sogno era quello di scalare una montagna: l’ha realizzato sulla regina delle Dolomiti.

L’idea di questa spedizione è nata da Pedro McCardell, fondatore della società americana Lyfx, che l’ha proposta a Getúlio nel 2015, dopo aver sentito dell’incredibile forza d’animo del ragazzo e del suo approccio positivo e intraprendente nei confronti della vita. Negli ultimi quattro anni, Getúlio ha quindi allenato il corpo e la mente per prepararsi alla scalata, ricevendo anche il benestare dei suoi medici. Partner del progetto sono stati Climbing Technology e Montura, che hanno fornito l’abbigliamento tecnico e il materiale a tutto il team, e Alta Badia. Fondazione Dolomiti Unesco e Sportfund fondazione per lo sport onlus hanno dato il loro patrocinio.















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