Monte Croce, 21 cippi al confine italo-austriaco 

Progetto culturale tra Sesto, Tirolo e Comelico  Una frontiera teatro di contese e riappacificazioni 



VAL PUSTERIA. Siamo di fronte ad una notevole iniziativa di collaborazione per un fine di alto spessore culturale che potremo riassumere come «Progetto confinario». Gli ambiti toccati indagati da questo percorso, itinerario, cammino, perlustrazione, sono attorno, fuori, dentro e oltre il Passo di Monte Croce Comelico. Da tempo immemorabile, frontiera passaggio, teatro di contese e riappacificazioni. Anche i soggetti coinvolti nel «progetto Interreg» rispecchiano la volontà di superare ogni barriera, ogni ostacolo e vedono cooperare. Il comune di Kartisch, il Comune di Comelico Superiore e l'Associazione Turistica di Sesto.

Kartitsch è situato nella regione austriaca del Tirolo e rappresenta la porta d’ingresso alle Alpi Carniche. Il villaggio conta 850 abitanti e porta il sigillo di qualità di “Bergsteigerdorf” (“Paese di Alpinisti”). Comelico Superiore si trova nella provincia di Belluno, conta circa 2.200 abitanti, presenta numerose bellezze naturalistiche ma anche di piccoli e pregiati beni culturali tipici della montagna veneta. L’associazione turistica di Sesto è una delle realtà più attive nella regione turistica delle Tre Cime. Purtuttavia la porta d’entrata nelle Dolomiti del Comelico e di Sesto non offre solo delle vette vertiginose ma è stata luogo di una lunga e movimentata storia. È quello che hanno tenuto a sottolineare l’architetto Daniela Zambelli (presidente di “Lassù idee Cooperative”) e l’archeologo Rupert Gietl (Arc- Team) che hanno ispezionato il territorio in lungo e in largo, per individuare e documentare, con le loro equipe, tutti segni, le strutture e testimonianze lasciate dall’uomo nel corso dei millenni. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo percorso naturalistico-culturale sviluppato lungo la linea storica di confine tra la Serenissima e il Tirolo, contrassegnato dal sistema dei cippi realizzato (in pace) nel 1753 mediante un trattato tra il Doge di Venezia e l’imperatrice d’Austria. Attualmente questo patrimonio costituito dai cippi non è tutelato, pur rappresentando un’importante presenza storico-culturale. La prima parte indirizzata al rilievo e al progetto preliminare e definitivo, è stata approvata nell’ambito della misura «Clld Dolomiti Live/ Azione 1- fondo piccoli progetti». Mentre la fase di realizzazione del percorso comprenderà interventi di restauro, valorizzazione e riproposizione di monumenti scomparsi in accordo con le Soprintendenze di Trento, Bolzano, Innsbruck e Venezia che stanno cooperando come partner scientifici. Infatti, lungo il sentiero 1753 sono stati rilevati 21 cippi che verranno sottoposti alle cure del caso per assicurarne la conservazione. Altri 5 non sono stati localizzati, ma potranno essere riproposti (secondo le prescrizioni delle Soprintendenze). Su 6 di essi è proposto l’inserimento degli stemmi originariamente presenti. Il tragitto collegherà inoltre: 10 aree con resti della Prima Guerra Mondiale, 5 aree con monumenti del Vallo Littorio, la zona archeologica del Castrum Romano (IV-V sec. d.C.) con tutte le notizie acquisite nel corso di due campagne di ricerca stratigrafica. Otto aree sono di interesse naturale (2 laghi, 1 grotta di ghiaccio, 1 cascata, 1 torbiera, 1 Parco naturale, 1 Vulcano, 1 biotopo). Pertanto un itinerario unico nel suo genere che, completato questo primo tratto pilota di circa 17 km, avrà come obiettivo futuro il raggiungimento della zona del Lago di Garda. Il progetto ha visto coinvolti in sopralluoghi e tavoli di lavoro: sia le Regole che i privati, come proprietari dei territori lungo i quali si sviluppa il percorso, oltre agli enti attuatori che si sono confrontati con gli istituti preposti al controllo e verifica, innescando nel contempo un avvincente dialogo. Dialogo non lontano, per contenuti, da quello riportato nei verbali del 1753, consultati negli archivi di Vienna e Venezia. Come si è potuto constatare, il progetto ha un alto contenuto proprio perché si delinea come patrimonio culturale comune e per questo è stato candidato al tavolo del paesaggio per il patrimonio culturale europeo 2018 ed insignito del logo "2018 European Year of Cultural Heritage". In questo senso il "confine”, come luogo di separazione e al tempo stesso di unione, di persone, luoghi, tradizioni, culture, diventa occasione di lettura e di conoscenza del paesaggio contemporaneo: cioè, non più solo da ammirare estasiati perchè "bellezza naturale" ma da comprendere e da vivere come "espressione vera del territorio e della comunità che lo abita". Proprio nell’ottica di condividere e toccare con mano il tema del “paesaggio comune” e l’obiettivo di conoscerlo, valorizzarlo per trasmetterlo alle generazioni future e farlo diventare una risorsa per tutti, è stata organizzata, il 30 giugno prossimo, una passeggiata lungo il confine.(e.p.)













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