Muser gela i badioti: chi crede deve accogliere

Il vescovo ha incontrato i sindaci della valle, divisi sull’arrivo di 38 migranti «Ospitarne anche uno solo e assisterlo fa parte dei nostri doveri e valori»


di Ezio Danieli


VAL BADIA. «Serve l’accoglienza. Ospitare anche un solo profugo e assisterlo è rispettare il valore di essere cristiani». Lo ha detto il vescovo Ivo Muser all’incontro con i sindaci della Badia tenutosi nei giorni scorsi, nel corso della visita pastorale (ancora in corso). Il vescovo è stato diplomatico, ma il suo intervento suona come un richiamo nei confronti di Corvara e di Badia, gli unici comuni della Badia che non hanno aderito al progetto Sprar per l’accoglienza dei migranti.

Monsignor Muser, parlando dei problemi della Badia, è parso molto preparato e sensibile alle esigenze della comunità. Ma, a proposito della mancata accoglienza dei richiedenti asilo, ha ribadito il concetto già espresso dal decano della valle don Jaco Willeit, che aveva auspicato "quell’accoglienza che è uno dei capisaldi dello spirito cristiano".

"Mi sono sentito tirato in ballo, ma che posso fare visto che la maggioranza del consiglio comunale ha detto due volte no allo Sprar? - ha detto il sindaco di Badia Giacomo Frenademetz - Il vescovo, con la consueta diplomazia, ci ha detto che anche accogliendo un solo profugo saremmo dei buoni cristiani. Ribadisco la mia amarezza per la situazione venutasi a creare nel mio Comune, che per due volte ha detto no all’adesione al progetto Sprar. Ma la maggioranza politica in aula consiliare è stata chiara e io personalmente non posso certo andare contro il voto".

Situazione simile a Corvara. Il sindaco Robert Rottonara conferma che in giunta non c’è ancora accordo: "Quindi non avrebbe senso ridiscutere in consiglio l’adesione al progetto Sprar. Il Comune, come noto, non ha un edificio da affittare e la maggioranza continua ad essere divisa sul progetto Sprar. Temo che mai arriveremo a un accordo sull’argomento".

Il consiglio comunale di Corvara aveva detto no - 10 contrari e due astenuti - al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (il cosiddetto Sprar). Rottonara aveva commentato: "Non so come la situazione (relativa al previsto arrivo in Val Badia di 38 profughi, ndr) potrà evolversi. Tocca alla Provincia trovare una soluzione, visto che fra i comuni badioti non c’è unità di intenti".

Quanto agli altri comuni badioti, Marebbe ha individuato una casa, la Sanvì nella frazione di Longega, per ospitare sei richiedenti asilo. È una casa disabitata da un paio d’anni, arredata e pronta per essere occupata. La Sanvì non è stata più abitata dopo che il proprietario è deceduto alcuni anni fa. Potrebbe essere una soluzione, visto che l’edificio è pronto, arredato ed in grado di accogliere sei ospiti. Il Comune ha già preso contatti con la Comunità di valle, sono stati fatti diversi sopralluoghi e la Sanvì pare essere una soluzione. Bisognerà arrivare alla firma del contratto, ma pare che non ci saranno problemi per poter ospitare i richiedenti asilo. Il buon esempio è venuto anche da La Valle, dove la parrocchia ha messo a disposizione un alloggio, alla canonica, per sei richiedenti asilo. La comunicazione è stata fatta al Comune (che ha aderito al progetto Sprar) dal parroco, l’ex decano della Badia don Franz Sottara. Il sì allo Sprar è venuto anche da S.Martino in Badia.

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