Il caso

Pochi gli operatori vaccinati, casa di riposo in affanno 

Emergenza a San Martino in Badia. Alla “Frëinademetz” solo 6 su 10 i membri del personale con copertura anti Covid. C’è chi è in lista d’attesa e chi non vuole il vaccino e intanto si valuta come garantire i diversi servizi a tutti gli ospiti


Ezio Danieli


SAN MARTINO IN BADIA. La casa di riposo “Ojöp Frëinademetz” a San Martino in Badia vive un momento di preoccupazione sulla scia dell’emergenza legata alla pandemia di Covid. All’interno della struttura, la campagna di vaccinazione ha registrato un’alta partecipazione fra gli ospiti (più del 92 per cento), ma mostra fin qui numeri e percentuali inferiori fra il personale, che ha aderito per circa il 60 per cento.

Insomma, manca un 40 per cento, percentuale in cui confluiscono coloro che avevano contratto il virus e che devono aspettare (fino al mese di agosto) per ottemperare all’obbligo di vaccinazione e quanti avrebbero manifestato o annunciato la non intenzione di sottoporsi alla vaccinazione.

Intanto, il presidente della casa di riposo Giovanni Mischi deve prendere in mano una situazione che rischia di complicarsi: non poter contare su tutti gli operatori in pianta organica significa riorganizzare i servizi e interrogarsi sulla possibilità di garantire ancora tutte le prestazioni a tutti gli ospiti.

“Purtroppo la situazione è peggiorata negli ultimi giorni - fa il punto Mischi - manca alla vaccinazione circa il 40 per cento delle persone che lavorano a contatto con gli anziani. Dobbiamo trovare una soluzione prima di agosto, quando sarà chiaro finalmente il quadro relativo alla posizione presa dai singoli operatori. C’è chi ha contratto il Covid ed è da verificare anche la posizione degli altri che ancora non si sono vaccinati, a differenza della maggior parte degli ospiti. In attesa di saperne di più e in attesa di indicazioni sulla base di quanto prevede la legge - continua Mischi - abbiamo già esaminato quali sono le possibilità di intervenire per garantire un regolare svolgimento della attività di assistenza”.

E questo infatti è il punto, sul quale il presidente e chiaramente anche gli assistiti della casa di riposo “Ojöp Frëinademetz” attendono chiarimenti e informazioni, auspicabilmente incoraggianti. Quali siano i possibili interventi lo anticipa proprio Mischi: “Intanto si potrebbe pensare di spostare i dipendenti senza vaccinazione (e che non vogliono vaccinarsi) in altri reparti, non a contatto con gli anziani, ma questa soluzione creerebbe problemi nel garantire i servizi, visto che non c’è la possibilità di assumere nuovo personale, almeno per il momento”. C’è tempo fino ad agosto per definire i motivi per cui una parte del personale della residenza per anziani non ha voluto e non vuole sottoporsi alla vaccinazione. “Aspetto di avere dei chiarimenti in merito - riprende Mischi - e poi valuteremo il da farsi. Non vorrei arrivare alla decisione di far rientrare alle loro abitazione certi anziani: è una soluzione alla quale non voglio neppure pensare”.

La situazione per quanto riguarda l’emergenza Covid e la gestione della pandemia intanto, questa sì, è tornata alla normalità alla “Ojöp Frëinademetz” dopo il focolaio di contagi che aveva messo in allarme la residenza. In febbraio erano risultati contagiati 43 fra anziani e membri del personale. Ora fortunatamente stanno tutti meglio. Una buona notizia sullo sfondo di una situazione che a livello di vaccinazioni lascia invece spazio alle preoccupazioni sul futuro assetto dei servizi interni. Intanto, con il 1° novembre prossimo, dopo tredici anni di lavoro, lascerà l’incarico, per motivi personali, la direttrice Michaela Taibon. La casa di riposo è già alla ricerca di un nuovo direttore o direttrice ed a tal proposito ha diffuso sul proprio sito il relativo bando.













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