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Protezionisti contro i nuovi impianti: «Giù le mani dal Sassolungo»

I club alpini italiano, austriaco e germanico: «La misura è colma, in Alto Adige lo sviluppo turistico è completo. Ora basta». Tra le richieste, la chiusura temporanea estiva dei passi dolomitici



PASSO SELLA. La misura è colma. Lo sviluppo turistico è completo. Occorre silenzio anziché frastuono e serve più rispetto per le montagne. Prendendo come esempio la situazione al passo Sella e nel gruppo del Sassolungo, giovedì 3 agosto le associazioni alpinistiche e di tutela ambientale dell’Alto Adige e del Trentino (tra cui la Sat) hanno sottolineato l’estremo stato di vulnerabilità dell’ambiente, nelle Dolomiti ma anche nel resto della regione. Seguire la massima «sempre di più, sempre più lontano» porta a un eccessivo sfruttamento. Lo ha sostenuto il presidente dell'Avs Georg Simeoni nel corso di una affollata conferenza stampa cui, oltre alle associazioni protezionistiche altoatesine, hanno partecipato anche i presidenti nazionali dei club alpini italiano e germanico.

«Ai piedi del Sassolungo non si possono ignorare gli interventi e le deturpazioni. E sono già previsti ulteriori collegamenti, espansioni, ingrandimenti. La pressione sull'ambiente alpino sta aumentando, il rispetto per la natura sta diminuendo», ha osservato Simeoni. Simeoni ha ricordato che le associazioni alpinistiche dell'Alto Adige e del Trentino chiedono dal 2005 la chiusura temporanea estiva dei passi dolomitici. Secondo il presidente dell’Avs «negli ultimi 18 anni non è successo praticamente nulla». Per Simeoni è ipotizzabile una chiusura delle strade dei passi come anche un sistema di contingentamento del traffico. «Tutti trarrebbero beneficio da una riduzione del traffico, sia gli arrampicatori che gli escursionisti, i ciclisti come anche chi è in cerca di tranquillità, di natura e di fauna selvatica. «La soluzione all’arrivo di sempre nuovi turisti - ha detto il presidente del Cai nazionale Antonio Montani –  non è certo quella di ampliare costantemente impianti di risalita, sentieri e rifugi. Nuove e più grandi infrastrutture portano nuovi problemi, i limiti di sopportazione sono stati raggiunti, sia per la natura che per la popolazione locale».

Anche Roland Stierle, presidente del Dav, il più grande club alpinistico al mondo, ha chiesto più rispetto e lo stop all’ulteriore espansione edilizia per uso turistico/commerciale. Il Dav promuove con forza la responsabilità personale di ogni appassionato di montagna, in termini di protezione della natura e dell'ambiente, soprattutto per quanto riguarda la mobilità e l'uso di mezzi di trasporto sostenibili: «Stop alle auto private», ha detto. «Con l'enorme consumo di terreni, la distruzione del paesaggio, il consumo di risorse, con gli eccessi architettonici, l’aumento dei prezzi dei terreni e le troppe seconde case, ma anche con una mobilità sbagliata, si sta andando verso la distruzione», ha detto Claudia Plaikner, presidente dell'Heimatpftegeverband.

Anche la Federazione Ambientalisti Alto Adige ha sottolineato che il punto critico è stato superato, i progetti edilizi e l'eccessivo turismo minacciano non solo l'ambiente ma anche la qualità della vita. «La nostra provincia sta per degenerare in una Disneyland», avverte Elisabeth Ladinser, vicepresidente del Dachverband. Heidi Stuffer del gruppo Nosc Cunfin ha parlato della situazione attuale a passo Sella e intorno al Sassolungo ricordando che i cittadini dei tre comuni della Gardena e di Castelrotto si sono uniti in un comitato chiedendo che l'area intorno al Sassolungo sia protetta. Anche da progetti come quello che punta alla sostituzione della datata cabinovia per forcella Sassolungo, che aumenterebbe ulteriormente la pressione sull’area con un impianto di portata più che raddoppiata rispetto all’attuale e una nuova stazione a monte molto più grande dell’attuale. E il Cai di Bolzano ha già detto no all’utilizzo di terreni di sua proprietà.
DA.PA.













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