San Martino cerca casa ai profughi 

Sfumato un alloggio individuato, il Comune pensa all’accoglienza di sei persone



SAN MARTINO. A San Martino in Badia i profughi li vogliono accogliere ma bisogna fare i conti con la difficoltà di trovare un alloggio per ospitarli. Il precedente consiglio comunale si era espresso all’unanimità a favore del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). La discussione non era mancata, ma alla fine era stato detto sì.

Il nuovo sindaco Giorgio Costabiei ha recepito la decisione s’è subito dato da fare. "Sembrava che una soluzione fosse stata trovata grazie alla disponibilità di un alloggio destinato ad accogliere i sei profughi che sono stati assegnati a San Martino - dice - Il proprietario però non ha firmato il contratto per cause che non sono note. Ora siamo alla ricerca di un altro locale adatto allo scopo. Non è facile trovarlo ma resta immutato il nostro interesse".

In val Badia cinque richiedenti asilo sono già ospiti di La Valle nella casa messa a disposizione dalla parrocchia; altri sei sono attesi dopo Pasqua nella frazione di Longega (Comune di Marebbe). Restano contrari all’accoglienza i Comuni di Corvara e Badia. C’è bisogno del parere dei consigli prima di iniziare a cercare un’ubicazione.

I profughi destinati alla Val Badia sono 38 da ripartire fra i vari Comuni della valle: Marebbe, La Valle e San Martino hanno già espresso il loro favore nei confronti dello Sprar, Badia è contraria come Corvara. L’impressione è che non vi sia troppo entusiasmo nei confronti dell’accoglienza degli ospiti, al contrario della Val Gardena dove i profughi sono già presenti a Ortisei e dove sia Santa Cristina che, di recente, Selva si sono espressi a favore dell’accoglienza dei richiedenti asilo. È il caso di ricordare come lo Sprar si propone due obiettivi principali: offrire misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario e favorirne il percorso di integrazione attraverso l’acquisizione di una ritrovata autonomia. Per raggiungere tali obiettivi i progetti dello Sprar si fondano tutti sul concetto di empowerment del beneficiario, inteso come “un processo individuale e organizzato, attraverso il quale le singole persone possono (ri)costruire le proprie capacità di scelta e di progettazione e (ri)acquistare la percezione del proprio valore, delle proprie potenzialità e opportunità”.

In questo senso rappresenta una punta di “eccellenza” del complessivo sistema istituzionale di accoglienza degli immigrati, destinato ad accogliere soltanto una minima parte dei soggetti ai quali esso teoricamente si rivolge. Il progetto potrebbe agevolare anche la disponibilità dei Comuni di prendersi in carico una parte del contingente di profughi assegnato alla provincia.(e.d.)













Altre notizie

Attualità