Saslong chiusa tutta la stagione con riflessi anche sul Sellaronda 

La polemica. La società di Selva: «Troppi interessi particolari, è mancato buon senso. Le piste devono restare chiuse» La replica di Varallo (Dolomiti SuperSki): «Abbiamo lavorato per garantire la sicurezza e la trasparenza nelle informazioni»


Fausto Da Deppo


Val gardena. “Una decisione chiara concreta, logica, risolutiva e soprattutto umana”. La Funivie Saslong spa di Selva non aprirà gli impianti per l’inverno 2020-’21 tenendo chiuso di fronte all’emergenza Covid e alle sue implicazioni, ai possibili rischi. L’ha comunicato sulla propria pagina Facebook e tono e argomentazioni indicano che, se mai ci sono stati, dubbi ed esitazioni sono stati superati: “Non abbiamo bisogno che ce lo dica il Governo che dobbiamo chiudere o aprire: siamo gente dotata di buon senso e carattere per capire ciò che dobbiamo fare e quando dobbiamo farlo”.

Le pressioni sulle strutture sanitarie. Se mai le perplessità di Funivie Saslong risalgono al dibattito sul “possibile inizio di questa stagione”, quando la società, e l’ha ricordato ieri, espresse “pesanti critiche sul modo di interpretare la situazione e sulle misure infantili e poco risolutive messe in campo. Evidenziammo come non si fosse parlato dell’aspetto più importante che era quello di rischiare di appesantire le strutture ospedaliere di Bolzano e Bressanone. Ma non siamo stati ascoltati”.

Così ora “la Saslong vuole dissociarsi completamente dal Consorzio esercenti impianti a fune Val Gardena - Alpe di Siusi per la sua poca sensibilità verso il duro prezzo pagato da tutti i medici, infermieri, volontari che con il loro appassionato, professionale ed esemplare sacrificio hanno permesso a tutti noi di parlare ancora di cose puramente venali e individualistiche”.

Le garanzie del protocollo. “Una presa di posizione legittima - ha osservato il presidente di Dolomiti SuperSki Andy Varallo - L’abbiamo analizzata con il Consorzio (Val Gardena - Alpe di Siusi, ndr) ed è chiaro che, se è meglio confrontarci tra noi e dibattere certe questioni al nostro interno, il nostro è un ente democratico e rispetta le opinioni dei membri”. Dolomiti SuperSki ha riunito ieri una sorta di “consiglio d’emergenza” e la risposta a Funivie Saslong parte dalle parole di Varallo che riassumono “gli sforzi fatti da mesi con enti sanitari e turistici, trasporti e Fisi e relativa sessione medica per raccogliere informazioni, documentazioni e definire le misure confluite nel protocollo consegnato al Comitato tecnico scientifico nazionale”. Le misure per la sicurezza anti Covid sulle piste e sugli impianti. Varallo non accetta l’equivalenza tra aprire ed essere irresponsabili: “I nostri impianti, bar e ristoranti sono e saranno sicuri. Sono usati dai nostri compaesani, dai nostri familiari. Ci siamo preparati per accogliere i turisti con il senso di responsabilità e la passione di un buon padre di famiglia”.

Tutele per i turisti. Non accetta nemmeno l’allusione polemica alle “interviste al Caminetto Val Gardena 26/11/2020 su youtube dove - rimarca Funivie Saslong - si parla solo di investimenti, passaggi, aperture a tutti i costi”. “Se è per questo - corregge Varallo - si è parlato anche di garanzie per i nostri clienti, ristori, diritti di recesso per chi acquista i nostri prodotti, gli stagionali ad esempio. Ed è stata illustrata la politica di Dolomiti SuperSki. Abbiamo imparato da marzo, dal lockdown all’alba di una crisi allora imprevedibile. Con la nuova stagione e l’emergenza ancora in corso, abbiamo invece preparato e programmato e ora sappiamo accogliere i turisti e informarli su scenari attuali e possibili futuri: aperture, lockdown, chiusure parziali. Con regole di accesso, di acquisto, di recesso, e con trasparenza”.

Il ruolo della politica. Se Funivie Saslong recrimina per un lockdown che sarebbe stato opportuno fin da ottobre, Varallo è “convinto che finora l’Italia si sia distinta per provvedimenti anti pandemia seri e severi, spesso imitati da altri Paesi”. E anche alla politica provinciale e nazionale, “per la loro partecipazione e sostegno alla montagna e ai suoi operatori turistici”, va l’approvazione del presidente, che su fondi per i settori economici più colpiti dalla crisi e su rimborsi e indennizzi invita “a fare un passo alla volta, guardando innanzi tutto alle quote del Recovery Fund che potranno arrivare e alle linee guida che saranno definite e dettate per il loro utilizzo. Se Provincia e Regione potranno aprire linee di indebitamento per il sostegno all’economia locale lo vedremo con una serie di passaggi e con l’eventuale autorizzazione del ministero”. E qui la risposta a Funivie Saslong riguarda la proposta di “un fondo assicurativo di emergenza europeo (che potrebbe anche essere a livello nazionale o regionale o comunale) finanziato dalla Bce” e il secco no “a qualsiasi tipo di finanziamento da parte dell’Europa, in quanto tutti quelli che hanno subito le chiusure non vedrebbero una lira di quegli importi perché la burocrazia e la mala politica li assorbirebbero totalmente”.

Che ne sarà del Sellaronda?. Varallo infine smorza i toni preoccupati sull’inverno che verrà per il Sellaronda eventualmente senza Saslong. E si aggrappa a quell’”eventualmente”: “C’è ancora spazio e tempo per ritrovarci, parlare e individuare una soluzione”.

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