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Daniela Mimmi


Ortisei. Aveva 33 anni Tobia Moroder, una laurea in archeologia conseguita a Bologna (ha “scavato” a Marzabotto, ma anche in Val Gardena) e un lavoro all’Istituto Micura da Ru, quando, insieme a Ivan Senoner, ha inventato la Lista Unica e vinto le elezioni del 2015. Elezioni trafelate. In quelle del maggio 2015 non si è raggiunto il quorum necessario dei votanti: solo la Svp aveva presentato una lista di 10 candidati e molti a Ortisei hanno disertato i seggi elettorali. Così è arrivato un commissario straordinario.

Allora Moroder e Senoner hanno creato la Lista Unica, in cui potevano candidarsi tutti i cittadini di Ortisei, professionisti, ma anche elettricisti, muratori, parrucchieri e contadini. L’idea è stata vincente e la Lista si è accaparrata 10 seggi su 18 in consiglio comunale, sbaragliando, per la prima volta da decenni, la Svp. E Tobia Moroder è stato eletto sindaco di Ortisei con il 59,8% delle preferenze. Le nuove elezioni amministrative si terranno il 20 e 21 settembre prossimi.

Si ricandida Tobia Moroder? Sì, perché è stata un’avventura piacevole e stimolante e abbiamo ancora tanti progetti da portare a termine. Sono stati 5 anni intensi e produttivi, in cui ho imparato tanto.

Quali sono gli aspetti positivi e negativi di rivestire il ruolo di sindaco?

Devo dire che a me piace molto parlare con le persone e conoscere gente nuova. E imparare cose nuove. È una carica impegnativa che impone anche dei sacrifici personali. Il sindaco è un personaggio pubblico, e non è facile abituarsi. Ma io ci sono riuscito, grazie anche al sostegno di mia moglie. L’aspetto negativo è la gente che brontola per principio senza conoscere le cose, vale a ditre coloro che prendono sempre e comunque posizioni negative.

È rimasto deluso dalla Svp che ha deciso di non far parte della sua Lista Unica?

Penso che ci siano state pressioni da Bolzano, ma capisco la loro posizione. Spero comunque che potremo collaborare, anche perché in consiglio contano le persone, non i partiti. La Lista Unica è stata un esperimento politico che ha funzionato e che quindi può continuare a funzionare. Quanto alle alleanze, bisogna collaborare alla realizzazione di tanti progetti e ognuno ne è responsabile. Io voglio dare la stessa possibilità a tutti i consiglieri.

Se sarà rieletto, quali saranno i suoi primi impegni?

Si portano avanti i progetti iniziati, come la Casa dei Ladini. In dicembre saranno visionati i progetti del concorso europeo. E poi c’è Ladinia, la nuova zona pedonale che comprenderà anche piazzetta Sant’Antonio. Cambierà la qualità della vita per tutti, abitanti e turisti. Ci sono però le resistenze di alcuni privati che hanno paura.

E il problema parcheggi, ancora irrisolto?

I parcheggi sono pieni solo per brevi periodi. A me sembra che ce ne siano davvero tanti. Il garage centrale contiene 200 auto. E il progetto Ladinia prevede anche un parcheggio interrato con un altro centinaio di posti auto.

L’altro problema aperto è quello del traffico.

Ed è un problema difficile da risolvere, tutto l’Alto Adige affonda nel traffico. Per noi è pesante il traffico dei turisti di giornata, che dovrebbe essere regolamentato. Non si può neppure incentivare ancora di più il trasporto pubblico, che ormai è al collasso anche quello, e non ci sarebbero neppure sufficienti piazzole per far scendere e salire la gente. Un autobus dovrebbe parcheggiare in mezzo alla strada. Si parla anche di pedaggi in fondo alla valle, ma è una misura difficile da gestire.

In molti a Ortisei la danno di nuovo vincente. Lei cosa ne dice?

Non mi pronuncio, ma penso che il nostro gruppo meriti altri 5 anni per terminare tutti i progetti iniziati. I tempi pubblici sono lunghi e 5 anni sono troppo pochi. Ci vogliono almeno 10 anni. In questi anni abbiamo investito 20 milioni di euro. Sono cifre importanti, che devono dare i loro frutti.

Qualche anticipazione sulla nuova Lista Unica?

A breve renderemo noti i candidati. Sono contento perché ci sono tanti giovani e mi fa piacere vedere che ci siano giovani che vogliono lavorare per migliorare il loro paese, che credono ancora nella politica sana.

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