Turismo

Seconde case, dure proteste per i controlli porta a porta 

Protesta a Dobbiaco. Una famiglia salita dal Trevigiano a dicembre segnala la visita a domicilio di un vigile urbano: «Aveva già fermato mia madre, che ora è rientrata in Veneto - racconta il figlio - e ha detto che, se torna, sarà multata»


Fausto Da Deppo


DOBBIACO. Troppi controlli e troppo pressanti. Per una famiglia trevigiana, il soggiorno nella seconda casa a Dobbiaco è stato accompagnato quest’anno da un’esperienza negativa in relazione alle misure disposte per la prevenzione dei contagi da Covid. Un’esperienza culminata nei giorni scorsi con la preoccupazione destata dalla visita a domicilio di un agente della polizia locale: “Ha chiesto di mia moglie, ha chiesto se era in casa – racconta un commercialista di Ponte di Piave – ma ha trovato solo mio figlio e gli ha lasciato detto che, se sua madre dovesse tornare a Dobbiaco, verrà multata”.

“Il vigile – prosegue il professionista - era lo stesso che aveva fermato mia moglie una settimana prima, mentre lei, in auto, stava ritornando da Cortina, dove era stata per una visita dentistica, a Dobbiaco”. Il controllo, in quel caso, era andato bene, con telefonata al dentista che aveva confermato il recente appuntamento. La signora, tra l’altro, come racconta sempre il marito, “era salita alla nostra seconda casa in Alta Pusteria il 19 dicembre, nel periodo consentito per spostamenti di questo tipo e con questa meta”.

La visita dal dentista rientrava nei movimenti giustificati per motivi sanitari e di cura e chiaramente giustificato era a questo punto il viaggio di ritorno a Dobbiaco. A sua volta, il figlio, trentunenne, nella casa pusterese svolge il suo lavoro a distanza, lo smart working per dirla con un’espressione divenuta di uso comune in tempi di pandemia. Il giovane tuttavia è stato colpito dalla visita a casa dell’agente e da quell’informazione non richiesta sul rischio sanzione in caso di nuovo viaggio della donna verso la seconda casa, un’informazione che ha gettato l’ombra sgradita di una preoccupazione.

“Non era sicuramente questa l’intenzione del vigile – interviene il sindaco Martin Rienzner – Tanto meno, si voleva metter sul chi vive la famiglia salita dal Trevigiano in un periodo, prima dello scorso Natale, in cui lo spostamento era consentito. L’obiettivo dell’agente era semplicemente informativo: da prima di Pasqua e fino al 30 aprile, invece, non si può raggiungere la seconda casa in provincia e, se lo facesse dopo esser tornata nel Trevigiano, la signora, se controllata, incorrerebbe in una sanzione. Sanzione che, con quella visita a casa, il vigile ha voluto scongiurare”.

“Non c’è nulla contro seconde case (qui a Dobbiaco sono circa 300 appartamenti) e loro proprietari – aggiunge Rienzner – Se qualcuno di loro si lamenta per controlli ritenuti eccessivi, ricordo che, d’altra parte, i locali a loro volta hanno protestato in queste settimane per verifiche, a loro dire, concentrate appunto sui residenti altoatesini e blande nei confronti di chi possiede qui un’abitazione a uso stagionale”. E sul vigile comparso all’ingresso, il sindaco spiega che “nessuno si deve sentire con il fiato e gli occhi degli agenti sul collo: il paese non è grande, i vigili conoscono non solo i locali, ma anche molti degli ospiti più tradizionali: se si notano più o meno auto in un parcheggio, si può pensare a gente che si sposta e si decide magari per una verifica, soprattutto con finalità preventiva. In questo periodo, i controlli ci sono per tutti e le regole vanno rispettate da tutti”.













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