Sesto, un’opera coi libri di vetta celebra i pionieri dell’alpinismo 

L’anniversario. Festeggiate le prime ascensioni sulla Punta Tre Scarperi e sulla Cima Grande L’impresa di 150 anni fa rivive in un’installazione: 77 elementi che diventeranno panchine



Sesto. Quest’anno, Sesto festeggia le prime ascensioni, avvenute nel 1869, sulla Punta Tre Scarperi e sulla Cima Grande da parte di Paul Grohmann, Franz Innerkofler e Peter Salcher, che rappresentano gli inizi dell’alpinismo nelle Dolomiti. Nel paese, allora caratterizzato dall’agricoltura e dall’artigianato dei cappellai, l’alpinismo si è rivelato determinante per l’evoluzione turistica. Non c’è quindi da meravigliarsi che, nell’anno dell’anniversario, numerose iniziative siano rivolte a ricordare queste imprese tra le rocce delle Dolomiti di Sesto. Tra queste, un punto saliente è stata l’inaugurazione dei “libri di vetta percorribili”. Si tratta di un’installazione temporanea che può essere attraversata e che rivela alcune iscrizioni delle prime ascensioni sulla Cima Grande, sulla Cima Piccola e sulla Cima Dodici da diverse prospettive e sotto diversi punti di vista. Le iscrizioni, selezionate dall’archivista di Sesto, Rudolf Holzer, sono incise su cubi di metallo fissati ad assi di cembro ed accatastati uno sopra all’altro. Un’opera che conquista anche per la sua sostenibilità: a fine estate, infatti, l’installazione si dissolverà in singoli elementi. Ne risulteranno 77 panchine che saranno distribuite sul territorio comunale di Sesto oppure che potranno essere acquistate. In questo modo, gli attimi sulla vetta rimarranno alla portata di tutti e potranno essere vissuti e toccati con mano in qualsiasi momento.

Nell’ambito dell’inaugurazione, una delle panchine è stata consegnata a Romy Biner Hauser, sindaca della città gemella Zermatt. In cambio, in futuro a Sesto sarà possibile trovare una panchina con un’iscrizione del XIX secolo tratta da un libro di vetta del Cervino. «In questo modo mettiamo in mostra il forte legame tra le nostre due località, nato nel segno della montagna, che sussiste da ormai oltre 20 anni», ha commentato Waltraud Watschinger, presidentessa dell’Associazione Turistica di Sesto. Presentato anche il progetto “Tracce”, realizzato in collaborazione con lo studente Luca Gransinigh e il suo mentore Kuno Prey, docente alla facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano. È un’installazione che intende mantenere il ricordo di coloro che oltre un secolo fa hanno caratterizzato la storia delle Dolomiti: i pionieri dell’alpinismo. Lungo la strada che inizia alla stazione ferroviaria di San Candido e che attraversa Sesto per terminare in Val Fiscalina vengono posizionati, come se fossero stati dimenticati, oggetti come quelli che, un tempo, gli alpinisti e le guide portavano con sé. Si tratta di riproduzioni di particolari dell’attrezzatura alpinistica di allora, come ad esempio una corda, uno zaino o una borraccia d’alluminio pressofuso.













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