«Solo esperti in aree di lavori forestali»

Campo tures. “I lavori nei boschi, con tagli e spostamenti di piante, sono lavori a rischio. Nell’area di quegli interventi dovrebbero stare solo persone formate e preparate a livello tecnico e per...



Campo tures. “I lavori nei boschi, con tagli e spostamenti di piante, sono lavori a rischio. Nell’area di quegli interventi dovrebbero stare solo persone formate e preparate a livello tecnico e per le misure di sicurezza, ed equipaggiate”. Lo dice Maurizio D’Aurelio, della Feneal-Uil, in relazione alla tragedia di ieri a Riva di Tures. D’Aurelio premette che “bisognaa capire bene le circostanze di quanto accaduto” e, sottolinea, “prima di cercare le cause come è indispensabile fare, ancor prima vanno espresse le condoglianze per un dolore che è tra i più grandi che si possano provare, il dolore di un padre che perde un figlio”.

D’Aurelio ricorda “un tempo l’abitudine di tanti contadini di portare i figli sui trattori, adottandovi anche un seggiolino. Era pericoloso, l’abbiamo detto e ripetuto e, a forza di fare informazione, siamo riusciti a cambiare un’abitudine che poteva dar vita a rischi anche grandi. La tragedia di Riva di Tures ci fa capire che anche in questo settore, anche parlando di lavori nei boschi, anche per interventi in un ambito che può essere definito familiare, bisogna fare molto per diffondere le giuste informazioni e ispirare i giusti comportamenti”.

“Resta la tragedia, immensa - riprende D’Aurelio - Quando c’è una morte sul lavoro è sempre una tragedia, quando, come in questo caso, a morire è un ragazzo la notizia fa ancora più male. Di fronte a questo, riconosciuto e rispettato il dolore, va detto che lavori forestali, tagli di piante e simili creano purtroppo spesso situazioni di potenziale rischio e purtroppo gli incidenti che talvolta si verificano sono spesso mortali. Stiamo parlando di operazioni cariche di rischi e, pertanto, da affrontaAre con la massima attenzione e con la massima preparazione e con l’opportuno equipaggiamento. Ci sono abitudini, ci sono contesti di lavoro familiare, ma non devono far dimenticare le precauzioni”.

Anche Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, interviene: “L’Ugl - scrive - è vicina alla famiglia del giovane che ha perso la vita a Campo Tures. Non si può morire a 16 anni, all’alba della vita, a causa di un incidente sul lavoro. Per evitare simili tragedie è necessario incrementare i controlli sui posti di lavoro e promuovere una maggiore formazione e cultura della sicurezza, soprattutto per quei lavoratori che svolgono mansioni a rischio infortuni. L’Ugl è impegnata con la manifestazione Lavorare per vivere volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle morti bianche. Dobbiamo dire basta a queste stragi silenziose”.F.D.D.

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