Trenino fino a Saltria, decisivi studio e costi 

S.Cristina: Lya por le Usances e ambientalisti cauti sull’ipotesi di collegamento «Quella su rotaia è comunque la soluzione meno peggiore fra quelle proposte»


di Ezio Danieli


SANTA CRISTINA. “Abbiamo discusso a fondo ma aspettiamo che in consiglio comunale, a fine mese, vengano presentati studio di fattibilità e possibili investimenti. Poi faremo sapere le nostre osservazioni sul progetto”. È il parere della Lya por le Usances sulla proposta di collegamento fra Monte Pana e il Saltria con un trenino, per completare l’allacciamento con il Sella Ronda. Il trenino dovrebbe correre per circa 7 chilometri, senza stazione intermedia.

Il sindaco di Santa Cristina Moritz Demetz ha dato tempo fino alla fine del mese perché lo studio di fattibilità e i finanziamenti necessari siano comunicati e ha chiesto alle varie associazioni di esprimere un loro parere. La Lya por le Usances si è trovata lunedì sera per valutare la proposta: “Quella del trenino è la soluzione meno peggiore fra quelle proposte nel corso degli anni. Abbiamo valutato il problema e faremo sapere il nostro pensiero - dice il presidente Engelbert Mauroner - Per ora dico che rispetto alla seggiovia il trenino è indubbiamente meglio, anche se corre in una zona intorno ai 1800 metri di quota. Il fatto che non sia prevista una stazione intermedia è un altro punto a favore rispetto al progetto della seggiovia. Ma sono diverse le perplessità. Aspettiamo lo studio di fattibilità entro questo mese e allora la Lya por le Usances, in collaborazione con le associazioni ambientaliste della Provincia, ufficializzerà la sua posizione”.

Il Consorzio esercenti impianti a fune Val Gardena - Alpe di Siusi nel 2014 aveva inviato una lettera ai sindaci di Castelrotto e di Santa Cristina, girata per conoscenza ai “colleghi” di Ortisei e Selva. Nella lettera si sollecitava la realizzazione quanto prima del collegamento fra Monte Pana (Santa Cristina) e Saltria (Alpe di Siusi). Accanto all’appello veniva sottolineato per che il tracciato del nuovo progetto, commissionato già nel 2002 dalla società Montalp che riunisce 19 società di impiantisti gardenesi e “siusini”, sarà in massima parte “occultato” dal bosco, ben lontano da due zone ritenute delicate quali Plan de Cunfin e la Valle di Jander col suo torrente. “Le due zone sono da sempre motivo di una netta ostilità da parte di protezionisti ed enti di tutela, nel cui ambito persisterebbe una visione ormai superata dal nuovo progetto, per cui l’ostilità non avrebbe più alcuna ragion d’essere”, aveva scritto il Consorzio. Il collegamento a fune con una seggiovia era stato respinto (a sorpresa) dal consiglio di Castelrotto e dalla Provincia che aveva richiesto una visione completa con osservazioni e proposte relative al “Piano di settore impianti di risalita piste da sci” .













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