«Una fatalità che non ha dato scampo»

Valle aurina. “È stata una fatalità, di quelle che in montagna, purtroppo, possono capitare. Durante la gita martedì, Elisa Montanucci ha lasciato il marito e i figli ed è uscita dal sentiero che...



Valle aurina. “È stata una fatalità, di quelle che in montagna, purtroppo, possono capitare. Durante la gita martedì, Elisa Montanucci ha lasciato il marito e i figli ed è uscita dal sentiero che stavano percorrendo. Da sola è salita su una cengia dalla quale forse voleva ammirare meglio il panorama. È stata tradita dal terreno umido ed è scivolata per quasi 100 metri lungo i canalone sottostante. Ha picchiato più volte contro gli spuntoni di roccia e crediamo sia morta sul colpo”. Chi parla è Oskar Lechner, capo del soccorso alpino dell’Alpenverein della valle Aurina intervenuto l’altra sera con altri 17 soccorritori per cercare la donna e, una volta trovato il corpo, per portarlo a valle. “Quando abbiamo ricevuto l’allarme per il mancato rientro della donna in albergo, dove erano nel frattempo arrivati il marito e i due figli, erano circa le 18. Ci siamo subito allertati - spiega Lechner - Una quindicina uomini ha iniziato a perlustrare la zona, altri due sono saliti sull’elicottero di Aiut Alpin Dolomites. Dopo un paio di sorvoli, gli uomini sull’elicottero hanno individuato il corpo della donna in fondo al canalone a una quota attorno ai 2400 metri. Un uomo si è calato con un verricello di 5 metri e ha raggiunto la turista veneta. Per lei, purtroppo, non c’era più nulla da fare. La salma è stata deposta sull’elicottero che con i visori notturni è decollato alla volta di San Giovanni, dove il corpo è stato composto nella cappella mortuaria”. “La donna - conclude Lechner - aveva un equipaggiamento adatto all’escursione che stava compiendo con i suoi familiari. Purtroppo è stata sfortunata. Sulla cengia dove era salita, ha probabilmente trovato un terreno viscido e lì è scivolata. Si è trattato di una fatalità, uno di quegli incidenti che in montagna, purtroppo, possono non lasciar scampo. Per questo, non si ripete mai abbastanza l’avvertimento, a tutti, di prestare sempre, in alta quota, la massima attenzione”. E.D.













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