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Salario minimo provinciale ai dipendenti delle microstrutture per l'infanzia dell’Alto Adige: aumentano le tariffe orarie

Previsto anche l'obbligo rigoroso di adottare contratti di riferimento a livello locale



BOLZANO. La giunta provinciale di Bolzano ha modificato i criteri per il finanziamento delle microstrutture per l'infanzia, prevedendo come condizione che, nei bandi di incarico alle cooperative che svolgono il servizio, sia previsto come condizione il riconoscimento ai dipendenti del salario minimo stabilito dal contratto collettivo provinciale. "Si tratta di una retribuzione maggiore rispetto a quella statale - ha spiegato il presidente della Provincia, Arno Kompatscher -. In questo modo, si dà luogo ad un aumento dei salari delle persone che curano i nostri bambini. Lo avevamo promesso alle rappresentanza sindacali. Si tratta di una misura che comporta una spesa maggiore sia per i comuni che per la Provincia, però l'abbiamo concordata anche col Consorzio dei comuni, riconoscendo così il valore di questo di questo lavoro". "In questo modo cerchiamo anche di dare maggiore continuità al servizio, perché, spesso, chi lavora in queste strutture, nel momento in cui c'è una prospettiva di lavoro migliore, altrimenti, se ne va", ha concluso Kompatscher.

"Nelle oltre 100 microstrutture esistenti in Alto Adige, vi sono operatori preparati che si prendono cura dei più piccini. Il fatto che alla fine del mese ricevano uno stipendio non commisurato al loro prezioso lavoro non è accettabile. Gli aumenti salariali sono urgenti", sottolinea l'assessora alla famiglia, Waltraud Deeg. Attualmente sono in corso trattative tra i rappresentanti delle cooperative sociali datoriali e i sindacati dei lavoratori. Il fabbisogno di servizi per la prima infanzia è in aumento: mentre nel 2010 un totale di 2.785 bambini erano accuditi nelle microstrutture per l'infanzia, negli asili nido o da una Tagesmutter, nel 2020 erano già 4.426 i bambini di età compresa tra i tre mesi e l'ingresso alla scuola materna. Le rilevazioni effettuate dall'Agenzia per la famiglia mostrano che nel 2022 un bambino su tre, di età compresa tra 0 e 3 anni, è stato accudito da una delle 226 Tagesmütter, in una delle 105 microstrutture per l'infanzia o nei 15 asili nido. Oltre a questa crescita numerica dei servizi, la Provincia sta promuovendo la salvaguardia qualitativa e l'ulteriore sviluppo del servizio.

Gli emendamenti approvati dalla giunta migliorano la base finanziaria delle cooperative sociali, rendendo la tariffa oraria convenzionale prevista il prezzo d'appalto vincolante (minimo) per i comuni. In concreto, ciò significa che per avere diritto ai contributi provinciali, non si possono indire gare d'appalto al di sotto di questo prezzo. Inoltre, la decisione odierna aumenta le tariffe orarie convenzionali per le microstrutture e le microstrutture aziendali. Le novità riguardano inoltre l'inserimento obbligatorio di una clausola in base alla quale tutti i fornitori di servizi che operano in Alto Adige devono garantire i compensi previsti dai contratti d'appalto locali di riferimento. La Consulta dei comuni ha già espresso il proprio assenso alle modifiche ora approvate. "I comuni sono partner importanti della Provincia nell'ambito dell'assistenza alla prima infanzia, ma anche in generale in merito ai temi che riguardano le famiglie. Solo insieme possiamo riuscire a fare dell'Alto Adige una terra a misura di famiglia", afferma l'assessora Deeg.













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