l’iniziativa

Salute mentale, psichiatra e paziente tendono la mano a chi soffre di depressione

Stand informativo lunedì 13 maggio all’ospedale di Bressanone. Roger Pycha della Rete per la salute mentale: «I tre anni di pandemia Covid hanno causato un aumento del 25% dei disturbi in tutta Europa». L’importanza di esercizio fisico, incontri, lavoro ed istruzione



BOLZANO. La settimana, organizzata dalla rete Mental Health Europe - MHE (https://www.mhe-sme.org/), mira a richiamare l'attenzione dei cittadini e delle cittadine di tutti i Paesi europei sul fatto che la salute mentale sta diventando uno dei beni più preziosi. «I tre anni di Pandemia Covid hanno causato un aumento del 25% dei disturbi mentali in tutta Europa e hanno dimostrato che queste malattie rappresentano ora la più grande minaccia per la salute dell'umanità. Fortunatamente, questa cifra sta lentamente diminuendo, probabilmente anche perché molte persone stanno scoprendo quanto possono realmente fare per la propria salute mentale. E tutto questo funziona ancora meglio se lo si affronta insieme». Ad affermarlo Roger Pycha, a nome della Rete per la salute mentale.

Quest'anno, anche la Rete per la Salute Mentale dell'Alto Adige, celebra la settimana con diverse iniziative di sensibilizzazione. Lunedì 13 maggio, l'Alleanza europea contro la depressione, allestirà uno stand informativo presso l'Ospedale di Bressanone dove, dalle 9.00 alle 17.00, saranno disponibili i nuovi opuscoli bilingui "Depressione - cosa fare?". L’iniziativa è stata finanziata dal Rotary Club Bressanone Brunico. Presso lo stand, in alcuni momenti, saranno presenti anche il paziente Richard Santifaller e lo psichiatra Roger Pycha per discutere dei problemi di salute mentale con le persone interessate. L'iniziativa si intitola: "Esperti/e di salute mentale a portata di mano". «Questo perché gli esperti e le esperte sono sia terapeuti/e che persone che hanno vissuto molte sofferenze sulla loro pelle. Quando questi due aspetti lavorano insieme si è più forti!», aggiunge Pycha.

«Il periodo Covid ha creato un grande desiderio di vicinanza. Finalmente ci si può muovere in libertà, si possono incontrare altre persone, si può festeggiare tutti assieme, ci si può sedere vicini al cinema, ci si può abbracciare o dare una pacca sulla spalla, si può fare la lotta o ci si può baciare senza sviluppare il timore di un'infezione e senza infrangere alcun divieto: questo è già sufficiente per migliorare la salute mentale e sociale. Tutta l'Europa, tutto il mondo sta tornando a godere di queste libertà. Purtroppo, però, ne siamo sempre meno consapevoli perché ci si abitua rapidamente dando tutto per scontato.

Tutti noi ci siamo resi conto di quanto sia utile l'esercizio fisico regolare. Rinvigorisce, libera la mente, allevia le tensioni, equilibra la mente e protegge persino dalla malattia numero uno al mondo: la depressione. Tutto ciò che serve è una quantità piccola, ma costante. Sono sufficienti 30 minuti di esercizio di resistenza cinque volte alla settimana. L'esercizio deve diventare un'abitudine, un nuovo stile di vita. E questo è molto più facile se ci si mette assieme. Correre, camminare, andare in bicicletta, giocare a tennis o a calcio insieme è la chiave. Ideale sarebbe iniziare a farlo proprio durante la settimana dedicata alla salute mentale e poi non fermarsi più. Anche gli antichi greci sapevano cosa fosse una virtù: niente più che una buona abitudine. Se necessario, lo si può fare da soli, ma è molto più facile dedicarsi a un’attività fisica in coppia o in gruppo».

«"Mal comune mezzo gaudio", afferma un proverbio. Quando sorgono delle difficoltà, desideriamo parlarne. Le donne amano farlo e sono in media più brave degli uomini, ma anche gli uomini possono imparare a parlare di sentimenti e di esperienze difficili. Vi renderete conto che interlocutrici e interlocutori attenti sono in realtà fonti di sostegno e di aiuto, che attraverso la conversazione si possono trovare nuove soluzioni e che pianificare qualcosa di buono può portare sollievo anche nelle situazioni più difficili.

La terza lezione che la Pandemia ci ha lasciato è che tutte/i abbiamo bisogno di qualcosa da fare. Essere coinvolti in attività significative, essere disponibili all’aiuto e all’accoglienza non è solo un vantaggio per i nostri simili, ma soprattutto per noi stessi. Lavoriamo per diventare più felici. Il fluire, l'approcciarsi ad un’occupazione in modo gioioso e acritico sono aspetti che si verificano più spesso al lavoro che nel tempo libero. La disoccupazione è pericolosa, il lavoro ci dà una struttura e ci permette di fare progetti. Se il tempo libero non è illimitato, diventa prezioso e bello. Questo vale per tutte e tutti noi, ma anche e soprattutto per le/i migranti: lavoriamo insieme, rendiamoci utili. Naturalmente anche per assicurarci un guadagno e dei mezzi di sostentamento.

Oltre all'esercizio, al dialogo e all’occupazione, c'è anche la formazione. Siamo tutti curiosi e vogliamo scoprire e imparare cose nuove. Questa grande capacità si esaurisce durante una crisi emotiva, ma riappare nel momento della ripresa. L'istruzione ci mette in contatto con la conoscenza di tutta l'umanità, migliora il nostro ruolo sociale e, in seguito, ci permette di guadagnare di più. Soprattutto, però, ci allena a perseguire i nostri obiettivi, anche quelli difficili. Allena la perseveranza.

Durante il difficile periodo Covid, quasi tutte/i hanno imparato quanto siano importanti l'esercizio fisico, gli incontri, il lavoro e l'istruzione per la sopravvivenza psicologica. Dopo la Pandemia, ci siamo resi conto di quanto sia più facile sperimentare e fare di nuovo molte di queste cose insieme. Per poter apprezzare quanto ci sentiamo realmente meglio ora, durante la Settimana europea dedicata alla salute mentale riaccendiamo il ricordo di quel periodo di crisi».













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